Scaramella: "Risponderò a tutto"

L’ex consulente della Mitrokhin, arrestato all’aeroporto di Napoli il 24 dicembre, è accusato di calunnia aggravata. Oggi l’interrogatorio. Secondo la procura di Roma, per accreditarsi presso la commissione fornì false notizie su presunti attentati

Scaramella: "Risponderò a tutto"

Roma - Alle 13.10 di domenica 24 dicembre le agenzie battono la notizia che Mario Scaramella, l’ex consulente della commissione Mitrokhin, coinvolto nella vicenda della morte per avvelenamento con il plutonio, della spia russa Alexander Litvinenko, non tornerà in Italia per il giorno di Natale. «L’ho sentito per telefono ieri, escluderei un suo ritorno, era a Londra, insieme ad un detective di Scotland Yard» - dichiara un suo congiunto, il giorno dopo il rientro a Napoli, da Londra, dei figli di Scaramella. Non passa un’ora che Mario Scaramella, maglione beige e cappotto blu scuro, bagaglio a mano e due porta-pc, atterra a Napoli su un volo della British. All’aeroporto di Capodichino trova gli agenti della Digos che lo dichiarano in arresto, su ordine della Procura di Roma, contestandogli l’accusa di traffico di armi e violazione del segreto d’ufficio.

Dopo brevi operazioni di routine, l’ex-consigliere della commissione Mitrokhin, viene portato nel carcere romano di Regina Coeli, in cella di isolamento, pare per precauzione nei confronti degli altri detenuti a causa della contaminazione con il plutonio radioattivo. L’ordinanza di carcerazione è stata emessa dal gip Orlando Muntoni, su richiesta del pm della procura di Roma, Pietro Saviotti.
L’accusa è di traffico di armi, reato contestato dalla procura di Napoli, che ha trasferito il fascicolo per competenza alla procura romana, visto che Mario Scaramella è, tra le altre cose, anche giudice onorario a Ischia. L’ex consulente della commissione Mitrokhin è accusato di calunnia aggravata, per avere attribuito ad un cittadino russo, altro ex agente del Kgb, l’organizzazione di attentati in Italia.
Il pm Saviotti ha già ascoltato il presunto organizzatore degli attentati, che avrebbe smentito ogni cosa. Da qui l’accusa di calunnia.

Secondo i pm romani, Scaramella avrebbe avrebbe raccontato delle azioni di una rete di agenti ucraini e russi del Kgb, e dell’ex agente Aleksander Talik, contro alcuni vertici istituzionali italiani, per accreditarsi presso la commissione parlamentare, di cui era diventato consulente. Ed è per questo che nell’ordinanza si legge che Scaramella avrebbe palesato «infedeltà», nei confronti della commissione Mitrokhin, «fornendo notizie risultate infondate».
Scaramella tra l’altro ha denunciato alla polizia di Napoli l’arrivo in Italia di un lanciagranate Rpg e il relativo munizionamento. Gli inquirenti sostengono che in realtà queste armi vennero ritrovate dentro un furgone vicino Teramo, ma erano prive dell’innesco, quindi inutilizzabili. Altre armi denunciate da Scaramella vennero ritrovate: si trattava di un deposito a Napoli, in pieno centro storico, e la sezione Falchi della questura disse che si trattava di un fucile a pompa calibro 12, una mitraglietta calibro 9, tre caricatori completi e 160 cartucce di vario calibro.

Pare che l’ordine di custodia cautelare fosse stato emesso già nella prima metà di dicembre. Ma non era stato ancora eseguito, in attesa delle analisi eseguite dall’University College di Londra, dopo la morte per avvelenamento con plutonio 210 di Aleksandr Livtinenko, l’ex agente del Kgb con cui Scaramella era in rapporti e con cui, la sera dell’avvelenamento, ha cenato.
«È stato arrestato su ordine della Procura di Roma» - ha specificato il suo legale, Sergio Rastrelli, distinguendo così tra le tre inchieste. Anche la procura bolognese infatti ha aperto un fascicolo per falso. Bologna contesta a Scaramella notizie controverse su un traffico di uranio in barre tra Rimini e San Marino. La terza inchiesta è a Napoli, e l’ex consulente della commissione parlamentare viene accusato di traffico illecito di rifiuti, tramite la società Eccp, di cui è titolare. Scaramella avrebbe fatto versare nel parco nazionale del Vesuvio le macerie di immobili abusivi abbattuti.

Ieri il detenuto ha potuto incontrare il suo legale, che dopo quattro ore di colloquio, ha raccontato di aver trovato il suo cliente «molto provato, ma determinato. Intende rispondere a tutte le domande e gli viene contestato un solo reato, quello di calunnia aggravata e continuata».

«No, non si aspettava di essere arrestato in Italia» - ha precisato il suo legale, annunciando che l’interrogatorio del gip Muntoni e del pm Saviotti, inizierà stamattina nel carcere di Regina Coeli. Intanto da Londra la polizia fa sapere che Scotland Yard non ha alcun ruolo nell’arresto di Mario Scaramella.

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