SCHEDA / Chi era Saif Al Arab "l'occidentale"

Ucciso il 31 aprile ieri in un raid della Nato a Tripoli, Saif al Arab è l’ultimogenito del colonnello Muammar Gheddafi. Nato nel 1982, era figlio di Safia Farkash, seconda moglie del rais

SCHEDA / Chi era Saif Al Arab "l'occidentale"

Ucciso il 31 aprile ieri in un raid della Nato a Tripoli, Saif al Arab è l’ultimogenito del colonnello Muammar Gheddafi. Nato nel 1982, era figlio di Safia Farkash, seconda moglie del rais. Considerato "occidentale", ha studiato a Monaco di Baviera, alla "Tecnische Universitat", sebbene si sia molto spesso dedicato più alle feste che ai libri. Denunciato più volte per rumori molesti e rissa, è accusato di contrabbando di armi verso la Francia. Nel 2008 la polizia tedesca gli ha sequestrato la sua Ferrari 430, per l’eccessivo rumore causato dal motore, mandato appositamente fuori giri nelle ore notturne. A lui erano state affidate dal padre delle truppe di combattenti, da guidare contro i rivoltosi nell’est del paese. Alcune settimane fa, voci incontrollate lo avevano dato ormai schierato al fianco dei ribelli: indiscrezioni rivelatesi poi infondate.

Due mogli e otto figli. Così si compone la famiglia di Muammar Gheddafi. Dall’unione con Fatima è nato Mohammad, il primogenito; tutti gli altri sono venuti alla luce dopo il matrimonio con Safia. - Mohammad: è l’imprenditore della famiglia. È al vertice della Lybiana, una delle due aziende nazionali di telefonia mobile. Presidente del comitato olimpico, ha avuto diverse incomprensioni con alcuni dei fratelli. Non ultima quella che lo ha visto confrontarsi con Mutassim e Saadi per il controllo della Coca Cola in Libia. 

- Saif al Islam: si è ritagliato il ruolo di erede designato del rais. È la voce del regime, tiene i rapporti con i media internazionali. Ha studiato Architettura in Inghilterra, ha conseguito un dottorato alla London School of Economics. Considerato un progressista, il più incline al riformismo e il più ’disponibilè ad aperture democratiche. Presidente dell’associazione caritatevole Fondazione Gheddafi, possiede tre televisioni e due giornali. 

- Saadi: ex calciatore, dotato di scarso talento ma di ’nomè pesante, è riuscito ad approdare anche nel campionato italiano: ha militato nel Perugia, nell’Udinese e nella Sampdoria. È a capo della Federcalcio libica, è azionista di una società di produzione a Hollywood. All’inizio della rivolta il padre lo ha inviato a Bengasi per tentare di riprendere il controllo. Ha fallito miseramente e per poco non è finito in mano ai ribelli.

- Mutassim Bilal: è il militare della famiglia. Tenente colonnello dell’esercito è stato alla guida del Consiglio per la sicurezza nazionale. È il più ’stimatò per la successione al rais dopo il fratello Saif al Islam.

- Hannibal: considerato un ribelle e un picchiatore. Ha spedito la moglie Aline in ospedale a Londra dopo averla colpita sul viso provocandole una frattura al naso. Ha fatto a cazzotti con poliziotti e fotografi, anche in Italia. Più volte condannato in Francia, non ha mai scontato alcuna pena. È stato però arrestato in Svizzera per maltrattamenti alla servitù. Gheddafi, per rappresaglia, ha provocato una guerra diplomatica, decidendo l’arresto per due mesi di due cittadini svizzeri. Di lui si dice che avrebbe avuto alcuni flirt con attrici italiane.

- Khamis: definito «il macellaio» dagli insorti. È il sesto figlio del colonnello. Si è lauretao all’accademia militare di Tripoli ed è al comando della Brigata Khamis, la più impegnata nel tentativo di repressione dei ribelli libici. Lo scorso 20 aprile era stato dato per morto, ma la notizia è stata successivamente smentita e si è rivelata falsa.

- Aisha: unica figlia femmina.

Bella e intelligente, laureata in Giurisprudenza, ha fatto parte del collegio difensivo dell’ex presidente iracheno Saddam Hussein. È stata delegata dell’Onu per la lotta all’Aids. Dopo l’inizio della rivolta, è apparsa più volte in pubblico per arringare la folla a difesa del padre e del regime.


Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica