Su molti giornali, anche internazionali, è riportata la notizia che abbiamo ottenuto delle molecole ritenute «impossibili» perché avrebbero infranto la legge regola di Grant teorizzata nel 1924. Nel caso specifico si tratta di uno studio pubblicato su Science da un gruppo di ricercatori di Los Angeles che ha provato come si possano ottenere molecole organiche (organiche, attenzione, non significa vive, come nel senso comune, ma formate da atomi di carbonio, che è l’atomo alla base della vita) con doppi legami tra atomi di carbonio che si trovino in particolari posizioni della molecola, e queste molecole potrebbero essere usate in campo medico. Nel passaggio divulgativo (perché poi nessuno va a leggersi veramente lo studio), per sensazionalismo, si legge che sono state create molecole ritenute «impossibili», perché piace molto pensare all’impossibile che diventa possibile.
Nella realtà si è trovato il modo di stabilizzare delle molecole che si ritenevano instabili, quindi casomai, come commenta anche il biologo molecolare Francesco Cacciante «si è ampliata la regola di Grant, nella scienza non si infrange nulla» (a proposito, è anche un ottimo divulgatore, seguitelo su Youtube, Instagram e Tik Tok, i suoi canali si chiamano “A caccia di scienza”). Si è insomma trovato un modo chimico per fare una cosa che prima non sapeva fare, che è una grande cosa, ma nessuno ha mai pensato che fosse impossibile.
Ma anche a chi fa le ricerche torna comodo usare termini roboanti, perché se ne parla di più, solo che poi diventa un telefono senza fili e di passaggio in passaggio le parole cambiano di significato. Vi faccio un esempio: la relatività di Einstein non infrange la legge di gravitazione universale di Newton, ma costruisce un altro modello (molto più complesso) che non la annulla, ma la amplia, oltre a dare un modello dell’universo che funziona da cento anni. Per cui non sarebbe neppure corretto parlare ancora di «forza di gravità», ma di «deformazione dello spazio-tempo». Sappiamo che non è una «forza», ma sulla Terra possiamo continuare a usare le equazioni di Newton, funzionano lo stesso (se invece non applichiamo la relatività sui satelliti, già non funzionerebbe un GPS, perché il tempo, in orbita, per la velocità e la minore gravità, scorre in maniera differente da quello sulla Terra).
Un fraintendimento analogo successe con la scoperta dell’esistenza del bosone di Higgs, chiamato anche «la particella di Dio», e sui media sembrava che avessero trovato qualcosa di metafisico. La realtà è che i fisici la chiamarono così semplicemente perché non riuscivano a trovarla, Higgs ha preso il Nobel quando è stato trovato il campo da lui teorizzato che dà massa alle particelle, grazie all’acceleratore di particelle del CERN.
«Mi fa sempre sorridere questo modo di riportare le notizie scientifiche dai media italiani» mi conferma Cacciante (che malgrado la giovane età ha portato a Copenaghen uno studio su un nuovo biomarcatore di infiammazione diffusa nella sclerosi multipla»), al quale chiedo un commento più specifico. «Ma è grave a mio avviso far passare questa idea che le leggi della fisica vengano infrante. Di solito quello che succede è che vengono aggiunti nuovi pezzi di conoscenza alle teorie precedenti, o che queste vengano ampliate. Si pensi alla legge di gravità di Newton, con l’avvento della relatività si è scoperto che quella legge era incompleta, ma mica sbagliata, anzi continua a funzionare benissimo quando si guarda ad un sistema ristretto. In questo caso si parla di molecole che infrangono le regole della stereochimica. Per chi non lo sapesse, le molecole non sono delle entità senza dimensioni, ma assumono geometrie ben precise nello spazio, spesso anche tridimensionali. Tali geometrie sono definite sulla base di come gli elettroni si dispongono negli orbitali intorno al nucleo, ed esiste un numero finito di geometrie permesse.
Ad esempio, angoli troppo stretti fra 3 atomi sono spesso proibiti perchè rendono la molecola instabile. In questo studio sono riusciti a ottenere una molecola che presenta proprio una di queste geometrie “non permesse”. Ma allora hanno davvero infranto una legge fisica? No. E la risposta la danno loro stessi quando dicono che hanno sì ottenuto questa geometria “non permessa”, ma anche che dopo averla ottenuta hanno stabilizzato la molecola in qualche modo.
Che è un ottimo risultato sia chiaro perché apre la possibilità di ottenere molecole prima non previste. Ma il risultato non è che è stata infranta una legge fisica. Piuttosto, che abbiamo trovato il modo di aggirarla. Ma quella regola continua ad esistere».
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