Scioperi, una giornata in coda aspettando un taxi

«Sa, con tutta la gente che se n’è andata fino A ieri, con tutti quelli che erano partiti per le vacanze dallo scorso fine settimana in avanti, beh, noi tassisti eravamo convinti che oggi la situazione sarebbe stato accettabile...Invece questo sciopero è un vero e proprio caos...E il caldo peggiora le cose: i clienti che ho portato stamane erano tutti, dico tutti, intrattabili».
Ieri, ore 11.45, via Senato. La coda è interminabile anche lungo la corsia preferenziale e la gente si sbraccia per strada (perlopiù inutilmente) alla spasmodica ricerca di un taxi. Sembra di essere a New York, ma solo per le braccia alzate. Perché siamo sicuramente a Milano. Con uno sciopero nazionale di tutti i mezzi pubblici, autobus metrò e treni - dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio - che ha avuto un’altissima partecipazione. Lo sciopero, infatti, è stato proclamato unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast (insomma, praticamente da tutti) a sostegno della vertenza per il nuovo contratto della mobilità che va avanti da due anni.
La giornata nera dei milanesi è stata scandita dalla progressiva «scomparsa» dei mezzi in funzione. Alle 9.15 è stata comunicata l’interruzione graduale del servizio sulla tre linee della metropolitana. Via via dalle strade, invase dalle auto dei pendolari fin dalle prime ore del mattina, non si sono più visti tram, autobus e filobus. E solo le folle di gente assiepate sotto le pensiline, accaldate per la canicola, in attesa dell’arrivo di qualche mezzo di trasporto (rara visione che, una volta materializzatasi, risultava sempre...Stracolma) poteva dare l’idea di quanto la faccenda si sarebbe fatta sempre più difficile.
Naturalmente la situazione più critica è stata quella del traffico in città. «Le principali direttive sono state costantemente prese d’assalto, le file sono state interminabili per tutto la mattinata - hanno spiegato i vigili dalla centrale operativa di piazzale Beccaria -. Tuttavia, il grosso del lavoro, in materia di viabilità, c’è stato dalle 18 in avanti: la circonvallazione era impraticabile, il traffico completamente congestionato in particolare lungo i bastioni di Porta Venezia, lungo corso Buenos Aires, stallo totale intorno alle 19 in piazzale Loreto».
Trenitalia, che aveva vere e proprie fasce di trasporto garantite soprattutto per i pendolari (dalle 6 alle 9 e dalle 16.30 alle 19.30 per le Ferrovie Nord; dalle 6 alle 9 e dalle 18 fino alla fine del servizio per i treni regionali e autobus sostitutivi per il Malpensa Express) a fine giornata ha lanciato veri e propri messaggi distensivi sulla situazione dello sciopero, tradottisi però in una vera Caporetto per i viaggiatori che - bastava fare un salto in stazione Centrale - inveivano contro ritardi e corse soppresse.
A peggiorare la situazione grande caos sulla A8 e sulla A9 l’autostrada dei Laghi verso Milano per due incidenti. Lungo la A9 c’erano sei chilometri di coda tra Lomazzo e il bivio Milano-Varese. Per fortuna il ferito, portato all’ospedale di Garbagantate, non era grave. Sulla A8 la coda era di 5 chilometri per uno incidente (anche questo non grave) in cui è rimasto coinvolto uno scooter.
Secondo il comunicato diffuso ieri sera dall’ufficio stampa di Atm «(...) in superficie, alle 19,30, si è registrata un’adesione pari al 50,3 per cento.

Dalle 8,45 alle 15, durante la prima fascia dello sciopero, mentre la circolazione della metropolitana era stata completamente sospesa, in superficie l’adesione registrata alle 10,30 è stata pari al 50,8 per cento». Questo almeno dicono i numeri. Il fatto è che attese snervanti alle fermate e in stazione ferroviaria sono ben lontane dalle scienze esatte dei numeri. Sono scienze ben più...Umane.

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