Sciopero dei lavoratori Alitalia A Fiumicino un «giovedì nero»

Roberto Filibeck

Giornata nera ieri per il traffico aereo a causa dello sciopero nazionale di 24 ore degli assistenti di volo Alitalia aderenti al Sult, coinciso con un’altra agitazione di otto ore del personale di terra della compagnia aderente a Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Unione Piloti, nonostante la precettazione del ministro dei Trasporti, Pietro Lunardi. Tanti i disagi per i passeggeri, per lo più stranieri, che erano i meno informati e che sono rimasti a terra costretti a bivaccare. All’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino già dalle 7 si sono riuniti i lavoratori della compagnia insieme con i rappresentanti sindacali di categoria, per discutere le ragioni della protesta. «Abbiamo bisogno di visibilità - ha spiegato Gianni Panicucci, della Fit-Cisl - da tempo non abbiamo più voce in capitolo né con l’azienda né con il governo ed è necessario essere ascoltati». Un analogo presidio, più contenuto, si è formato anche davanti al varco di ingresso degli equipaggi, all’aerostazione internazionale, da parte di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Unione Piloti, i quali hanno srotolato i loro striscioni sindacali; a poca distanza da loro anche la componente degli assistenti di volo del Sult, che ha incrociato le braccia per 24 ore. «È un invito alla mobilitazione - sostiene Gianni Platania, segretario Rsa della Filt-Cgil assistenti di volo - e per sostenere lo sciopero, per il quale riscontriamo adesione». A fine giornata è stata guerra tra sindacati di categoria e azienda anche sulle cifre relative alle cancellazioni dei voli.

L’azienda infatti aveva preannunciato la soppressione di 74 voli e invece a conclusione di giornata, secondo il Sult, la cancellazione ha interessato circa il 60 per cento dei voli (160-170 voli), con esclusione di quelli garantiti.

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