Scommesse, paradosso italiano: il «guardiano» viene dall’Austria

SkySport365 – bookmaker con sede e licenza in Austria, dove paga regolarmente le tasse sui guadagni effettivi – è diventato uno dei protagonisti del procedimento sul calcioscommesse in virtù delle informazioni che ha fornito e fornirà alla Procura di Cremona. Nella giornata di domani consegnerà ai magistrati il dossier con tutti i dati su 20 partite, divise equamente fra A e B, sospese con largo anticipo per via dei flussi anomali di gioco. Secondo un’anticipazione di Agicos, le gare in esame riguarderebbero club del calibro di Napoli, Lazio, Roma, Atalanta e Siena. Un paradosso. Perché l’operatore di Innsbruck raccoglie scommesse in Italia senza averne la concessione facendosi forte del diritto comunitario. Giusto, sbagliato? Lo sapremo all’inizio del prossimo anno quando la Corte di Giustizia europea si esprimerà su questo e altri argomenti e definirà in via esaustiva, almeno si spera, lo spartiacque fra raccolta legale e illegale.
Nel frattempo SkySport365 è riuscito a divenire un interlocutore credibile del sistema collaborando con i più importanti media, dalla Rai alla Gazzetta dello Sport, e adesso addirittura con una Procura. A differenza dei competitor con tanto di concessione, non ha avuto remore ad accettare il dialogo riuscendo nell’impresa di ottenere a zero euro un ritorno di straordinaria portata sul piano comunicazionale e pubblicitario. Per certi versi il ruolo assunto dal bookmaker austriaco è analogo a quello di Aams che nel nostro paese controlla e gestisce tutto il settore dei giochi che a fine anno varrà più di 70 miliardi. E questo è un paradosso ancora più grande. Qualcuno dorme limitandosi a svolgere un mero compitino e a criticare quegli operatori legali, come Snai e Sicon, che hanno reso di dominio pubblico la lista delle partite sospese per i soliti motivi.
Da Aams e Figc era lecito attendersi un comportamento più attivo e propositivo. Il virus era già nell’aria. A lanciare per primo segnali di preoccupazione fu proprio Il Giornale con un articolo del 23 marzo 2010 in cui denunciava il flusso particolare di scommesse in Inghilterra non solo sul pareggio di Chievo-Catania (puntati 2,2 milioni su Betfair), ma anche sul risultato esatto di 1-1 (giocati 260 mila euro). E questo su una partita neppure trasmessa da quelle parti. L’anomalia fu così vistosa che ben sette bookmaker inglesi chiusero il gioco il giovedì precedente la partita. E il tabloid Sun ci fece un titolone parlando di “Italian job”. A dimostrazione che gli operatori seri fungono da sentinella. Per la cronaca l’attivissimo procuratore federale Palazzi ha archiviato i casi dubbi del 2009-’10 dopo un anno e due mesi. È lo stesso procuratore federale che ha rinviato ai primi di giugno gli interrogatori di Corvia, Quadrini ed Erodiani rivoltisi fra l’11 e il 16 maggio ai suoi uffici per denunciare qualcosa d’importante sul calcioscommesse.
P.S.

: Ci ritroveremmo con più denunce sullo stesso evento se i concessionari, così come vorrebbe la Federcalcio, si rivolgessero direttamente alle procure per denunciare le partite dal gioco anomalo. Sai che goduria e che confusione. Ma cosa ci stanno a fare le istituzioni, vale a dire Figc e Aams?

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