Scoperto virus preistorico in Siberia: rischio pandemia

Secondo un gruppo di scienziati francesi lo scioglimento del permafrost in Siberia potrebbe sprigionare un virus preistorico letale per l'uomo

Scoperto virus preistorico in Siberia: rischio pandemia

Sotto il ghiaccio della Siberia potrebbe nascondersi un pericolo per l’umanità. Secondo gli scienziati francesi del Centro Nazionale Ricerche Scientifiche di Parigi il sottosuolo siberiano, perennemente ghiacciato, avrebbe ibernato un virus preistorico dell' epoca dell' uomo di Neanderthal che potrebbe ora liberarsi con lo scioglimento del permafrost.

Il virus è stato scoperto a 30 metri di profondità nella tundra di Kolyma, regione di Magadan ed è stato chiamato dagli scienziati "Mollivirus sibericum". Il microbo misura 0,6 micron, poco più di mezzo millesimo di millimetro e per questo rientra nella categoria dei virus “giganti”, ha un codice genetico composto da 500 geni e risalirebbe a 30.000 anni fa, alla piena epoca dell' ultima glaciazione. Il professor Jean Michel Claviere che guida la ricerca spiega che “è possibile che questi virus si rivelino ancora capaci di causare malattie. Se non stiamo attenti e industrializziamo queste zone senza pensare ad adeguate precauzioni, corriamo il rischio un giorno di risvegliare morbi, come anche il vaiolo, che giudicavamo sradicati”.

Lo sfruttamento del territorio siberiano da parte dell’uomo porterà a una maggiore possibilità che i microbi artici si diffondano nei vari Continenti e che l’uomo moderno non abbia le difese immunitarie contro le malattie preistoriche. Un' altra studiosa del centro, Chantal Abergal, precisa: “Il fatto che si possa essere infettati anche dai resti di un uomo di Neanderthal morto da millenni, dimostra come sia sbagliata l' idea che un virus possa definirsi sradicato dal pianeta”. Il professor William Allington, dell' università del Nebraska, collaboratore dei colleghi francesi, ammette: “È vero che non tutti i virus colpiscono l'uomo e che in genere ognuno si adatta a una singola specie, ma questa possibilità legata al cambiamento climatico esiste”. Già nel 2013 lo scienziato russo Boris Revich lanciava l' allarme: “Lo scioglimento del permafrost potrebbe rilasciare antrace da vecchie sepolture di bestiame infettato. Dobbiamo capire a che livello è il rischio, magari prendendo campioni di sangue da questi animali”.

Il Mollivirus sibericum non è il primo virus preistorico scoperto: nel 2003 fu trovato il cosiddetto "Minivirus" e nel 2013 il "Pandoravirus", mentre nel marzo 2014 il "Pithovirus", scoperto sulla tundra costiera della Chukotka, vicino alle acque del Mare Siberiano Orientale.

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