Alex Salmond getta la spugna. Il primo ministro e leader dello Scottish National Party ha annunciato nel pomeriggio la propria intenzione di dimettersi dalla guida dell'esecutivo e del partito. La scommessa che aveva legato la sua figura al referendum sull'indipendenza era troppo importante, la posta in gioco troppo alta.
Stamattina è arrivato il responso delle urne e con esso la parola definitiva sul futuro politico di Salmond: il "no " è stato netto. Il primo ministro scozzese non ha rinunciato però a rivolgere un monito a David Cameron (e con lui anche a Nick Clegg e Ed Milliband): entro marzo dell'anno prossimo la Scozia attende il trasferimento dei poteri promesso da Londra in caso di sconfitta degli indipendentisti nelle urne.
Salmond ha annunciato che non accetterà la nomination a leader del partito alla conferenza annuale dello Snp in programma per novembre: per allora si dimetterà anche da Primo Ministro, così che la continuità istituzionale possa essere garantita nel modo migliore.
Parlando davanti al numero 10 di Downing Street, il premier Cameron questa mattina aveva promesso di
concedere al Parlamento di Edimburgo nuove e decisive autonomie in materia fiscale, economica e di welfare.Salmond è Primo ministro della Scozia dal 2007, mentre siede al Parlamento scozzese sin dal 1999.
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