«In Scozia si vedrà la vera faccia del calcio italiano»

La sfida di Donadoni: «Non rappresentiamo i violenti, ma chi gioca sempre a testa alta»

«In Scozia si vedrà la vera faccia del calcio italiano»

nostro inviato a Firenze

Primo giorno, prima domanda. Roberto Donadoni un po' se l'aspettava, magari non così dura, ma è arrivata subito: la settimana decisiva inizia con un morto...
«Sì, ma noi dobbiamo staccare, e poi ancora non sappiamo esattamente la dinamica. Esprimere giudizi non mi sembra giusto, si crea ancora più confusione e si peggiora la situazione. La vita stroncata di una persona sconvolge tutti e toglie entusiasmo, toglie forza, invece noi dobbiamo reagire e combattere».
Lei cosa ne pensa?
«Sento che ci si chiede se sia giusto giocare ancora, tutti danno giudizi adesso che le cose ormai sono successe, in realtà tutti noi facciamo ben poco perché cambino, io per primo. Sento la nausea salire dallo stomaco, ma vorrei sfruttare le mie possibilità per fare qualcosa di positivo».
I calciatori si sentono attori e ostaggi di un calcio che non gli appartiene...
«Va bene, fermiamoci per tre mesi, ma poi che certezze abbiamo? Se fosse questa la soluzione migliore sarei il primo a firmare. Ma quanto è successo ha mostrato il peggio di noi tutti. Ragazzi che sfondano una vetrata e poi si mettono in posa per la foto. Mi rifiuto di pensare che la polizia non voglia il dialogo, non è il nemico numero uno. Ma questi sono i valori della nostra società, la vera tragedia è questa, non la partita con la Scozia. A me non interessa sapere se siamo peggio o meglio degli altri, io vivo in Italia e voglio vivere al meglio. Il mal comune non mi riguarda».
Siamo campioni del mondo...
«Sì, ma non è giusto dire che sia questo il calcio che rappresentiamo, e non spetta alla nazionale riabilitare il calcio italiano. Siamo a un livello basso, non mi sorprende se all'estero fanno certi commenti su di noi, ma andiamo in Scozia a dimostrare che il nostro calcio ha altri valori e noi ci crediamo. Non andiamo a Glasgow per pareggiare, non sono mai sceso in campo per pareggiare e neppure la Scozia cerca un pareggio, quindi troveremo pane per i nostri denti».
Cosa pensa della nazionale scozzese?
«Se sono in lotta per un posto all'Europeo significa che hanno lavorato bene. La nostra tradizione negativa contro di loro non conta, sabato si gioca un'altra partita e noi vogliamo vincerla. Poi accetteremo il risultato del campo. Se l'Italia non andrà all'Europeo non sarà una tragedia, la vera tragedia c'è già stata».
Cosa chiede?
«L'aiuto di tutti, non è facile per nessuno giocare una partita di calcio con questo peso, sento che la gente è stufa di queste cose».
Ha convocato Gilardino e Palladino, ma non Inzaghi...
«Gilardino è rimasto fuori domenica solo per motivi precauzionali, aveva un piccolo problemino ma sta bene, come Toni, Iaquinta e Lucarelli che non è in crisi. Ne ho due per ruolo e non venitemi a dire che Palladino non l'avevo convocato neppure con il Sud Africa. Era infortunato, ecco perché non era con noi. Inzaghi in fondo cosa ha fatto? Solo 25 minuti buoni e per me non contano i gol e basta».
È ottimista?
«Farò il possibile per andare a giocare questo Europeo e la qualificazione passa da questo scontro con la Scozia.

Ma non mi piace quello che sento in giro e che un Europeo senza di noi sarebbe un'edizione inferiore. E neppure che sfrutteremo l'onda emotiva dell'episodio di domenica. Sarà la nostra Italia che andrà lì per tenere alta la testa e dare dimostrazione del suo valore, tutti e due dobbiamo vincere e ce la giochiamo».

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