Scritte inneggianti a Tartaglia nella facoltà di Sociologia

Striscioni pro-Tartaglia alla Sapienza. Erano due, di carta, alti 70 centimetri e lunghi 2 metri, con scritte che inneggiavano l’attentatore di Berlusconi. La prima, in rosso: «Ma saremo tutti psicopatici?». La seconda, in blu: «Massimo Tartaglia, a Natale si può fare di più», con la riproduzione del Duomo di Milano e la sigla «A1». Sono stati affissi ieri pomeriggio alle vetrate della facoltà di Sociologia, in via Salaria, ben visibili anche dalla strada, poi rimossi da alcuni studenti prima di essere sequestrati dai carabinieri.
Un episodio «inaccettabile» per il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che domenica era a pochi passi dal premier quando è stato aggredito in piazza del Duomo. «Non si riesce a comprendere come sia stato possibile esporre in un’università addirittura uno striscione inneggiante a Tartaglia». «Mentre tutti cerchiamo di interrogarci su come abbassare il clima dello scontro politico - continua il ministro - i soliti tristi personaggi si divertono a gettare benzina sul fuoco. Il ministero chiederà conto dell’accaduto ai vertici dell’ateneo». Ma è un coro di indignazione quello che arriva dalla maggior parte degli esponenti comunali del Pdl. Il consigliere Ludovico Todini si interroga sul comportamento del preside della facoltà: «Trovo aberrante il suo silenzio. Dovrebbe spiegare come è potuto accadere che si verificasse un simile gesto senza che nessuno se ne accorgesse. Stava forse dormendo?». Stigmatizza l’accaduto Gianni Sammarco, coordinatore di Roma del Pdl. Abbiamo assistito a deliranti manifestazioni di simpatia per l’aggressore di Berlusconi sul web, ma assume ben altra gravità il fatto che a qualcuno sia consentito di inneggiare a Massimo Tartaglia in un’istituzione come l’università, che dovrebbe essere luogo di idee e di sapere, non di farneticazioni. Ed è gravissimo che tutto ciò sia avvenuto impunemente».
«Siamo al delirio», è il commento del vicesindaco Mauro Cutrufo. «Evidentemente - osserva - non sono bastate le richieste da parte di tutti di abbassare i toni dello scontro politico. Deve esserci qualcuno che ha interesse a cavalcare questo pericolosissimo clima di avversione e violenza nei confronti del premier, con il rischio di imboccare la strada di un’escalation con conseguenze inimmaginabili». Altra condanna nei confronti delle «ignobili» scritte apparse alla Sapienza arriva da Marco Siclari, vicecapogruppo Pdl del Comune. «L’aggressione compiuta nei confronti del presidente Berlusconi - sottolinea - è una delle pagine più tristi degli ultimi anni e tutti i cittadini che credono nei valori della democrazia hanno saputo stringersi intorno al premier perché hanno compreso che un gesto del genere mina seriamente il normale dialogo politico, già esasperato da una campagna denigratoria senza pari. Un luogo come l’università, deputato per sua natura al confronto, non può essere pervaso da idee violente e dunque auspico che simili iniziative vengano condannate da tutti». Calca la mano anche il consigliere Pdl del Comune Federico Guidi. «Ero quasi in pensiero - dice - per il fatto che nessuno fino ad ora avesse fatto la sua professione di antiberlusconismo militante, rivendicando la vergognosa aggressione al presidente del Consiglio Berlusconi.

La gara degli imbecilli è stata vinta dai soliti squallidi collettivi di sinistra dell’università la Sapienza. Un triste primato, questo, che qualifica i soliti noti personaggi, mai come oggi isolati dal pensiero degli studenti dell’università e di tutti i cittadini romani».

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