Alle scuole superiori milanesi più di uno studente su due non frequenta le lezioni di religione cattolica. Un dato ufficiale relativo alla città della stessa curia. Una tendenza che comincia dalle materne, e che esplode man mano che i ragazzi crescono.
Ci sono addirittura intere classi dove nessuno aderisce a questo insegnamento: sempre secondo la curia sono 64. Una di queste al liceo classico Berchet di via Commenda, la scuola dove per anni insegnava religione proprio don Luigi Giussani, il fondatore del movimento di Comunione e liberazione. «Ma ci sono anche classi precisa Innocente Pessina, il preside che hanno un solo alunno che chiede linsegnamento della religione».
Ma che fanno i ragazzi che «non si avvalgono» di questo insegnamento? La legge prevede tre opzioni: unora di lezione alternativa, unora di studio assistito (si resta a scuola a studiare), oppure si può uscire. Questultima è la scelta di gran lunga preferita: secondo i dati della curia, il 65 per cento di chi non fa religione non sta a scuola. Al Berchet organizzare la scuola per chi non segue lora di religione non è impresa facile. «Cerchiamo innanzitutto di programmare le lezioni di religione alla prima ora spiega il preside Pessina Così chi non fa religione entra alla seconda ora. Il fatto è che questa è una scelta che non può essere generalizzata. Per questo abbiamo previsto uno spazio assistito dove i ragazzi si riuniscono per studiare. Ma senza la presenza di alcun insegnante, perché nessuno con la saturazione delle cattedre a 18 ore nessuno è disponibile». E lora alternativa? Nel liceo di via Commenda non esiste. «Difficile trovare docenti disponibili a prendersi questo impegno. Ricorrere alle ore straordinarie? Non si può costringere un docente a farle».
Insomma per chi non fa religione non cè unofferta alternativa. «Ma se siamo in questa situazione conclude Innocente Pessina la curia non deve addossare tutte le colpe alle scuole. Sono convinto che se ci mandano persone serie a svolgere questa attività gli studenti, anche quelli che non credono, sarebbero interessati a frequentare le lezioni. Insomma questa è una situazione che dipende soprattutto dalla qualità del servizio offerto».
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