La scuola pubblica si paga quasi come quelle private

Genitori costretti a sovvenzionare anche le attività non extra

(...) perché alle famiglie viene presentato regolare bollettino con già prestampata la cifra da versare alla scuola. Così, «alla Giano Grillo - raccontano alcune mamme - abbiamo dovuto versare 15 euro per l'assicurazione, più un fondo che ci è stato detto andrà come contributi al materiale didattico delle classi. Non sappiamo bene di cosa si tratti - dicono - ma invece di fare un eventuale cassa di classe per comprare ogni sezione secondo le proprie esigenze, ci obbligano a dare dei soldi che poi non sappiamo nemmeno come verranno spesi». Per le stesse cose, alla Mazzini di corso Firenze, pare che il contributo sia di 50 euro. Richiesta che ha generato una rivolta tra i genitori.
Alla media «Ruffini-Bertani» la cifra si alza a 25 euro. «È il costo - dicono i genitori - per il libretto delle comunicazioni scuola-famiglia, l'assicurazione infortuni e rc, fotografia di classe, tessera d'identità personale, fotocopie e materiale per la classe secondo un tetto stabilito». Stesso discorso alla Lomellini-Cantore. Dove poi, per i corsi extracurricolari di sport, si arriva a pagare sui 55 euro annui.
Alla elementare «Diaz» di via Battisti, i bimbi pagano 20 euro per un corso di scacchi durante le ore di scuola. «Sarà anche inserito nel Pof (piano dell'offerta formativa)- dice una mamma piuttosto inviperita - ma obiettivamente mai nessuno ci ha chiesto l'approvazione perché i nostri figli partecipassero. Magari noi avremmo preferito qualcosa di più sportivo, come un corso di vela, di piscina, di tennis. Tanto, pagare per pagare, almeno scegliere l'attività». Il Comune e lo Stato, però, si vede che calcolano Albaro un quartiere che può permettersi di spendere per qualsiasi cosa. Così, i bimbi della Diaz, come quelli che vanno nelle scuole private, si pagano l'iscrizione. E, in più, anche un contributo per le pagelle. «Ma non dovrebbe passarcele lo Stato? - si lamentano i genitori - visto che già paghiamo questa gabella perché ci chiedono in più lo scottex e le risme di carta per le fotocopie?». Alla elementare San Paolo di via Cabrini a Castelletto per un corso di ginnastica, che dovrebbe tenere l'insegnante di classe pagata perché fa parte delle materie curricolari, una sezione che ha aderito ad una attività proposta dal Provveditorato che si chiama «Sport in cartella», deve sborsare a bambino 20 euro all'anno. La scuola materna non è da meno. A «La vita è bella», per un corso di musica, che dovrebbero tenere le insegnanti viene pagata una docente del «Carlo Felice». Stesso discorso per un mini corso d'inglese, sempre svolto durante le ore di scuola. All'asilo di corso Torino è stato chiesto alle mamme un contributo di 60 euro. «E non sappiamo perché - dicono le famiglie - ci hanno presentato il bollettino all'iscrizione e zitti tutti. O così o non si entra».

All'istituto «Deledda», che è una scuola comunale, con un regolamento autonomo rispetto ad altri istituti statali, la quota per l'iscrizione è di 300 euro. Se ci si aggiunge il costo dei libri e di tutto il corredo scolastico, ecco lì che anche le scuole pubbliche diventano appannaggio di pochi eletti. Altro che un diritto per tutti.

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