Se il chirurgo fa tornare la vista

L’intervento chirurgico più diffuso in Italia è quello per la cura della cataratta. Ogni anno si sottopongono a questo trattamento oltre 600mila pazienti che recuperano la visione indipendentemente dall’età e con grande soddisfazione. L’ unico trattamento chirurgico efficace nella cura della cataratta è rappresentato dall’estrazione chirurgica del cristallino (quella sorta di lente naturale situata nell’occhio dietro l’iride, che focalizza i raggi luminosi sulla retina) che si è opacizzato con l’invecchiamento, e dalla sua sostituzione con una lente intraoculare di materiale sintetico. Il più eseguito, in Italia e nel mondo, è sicuramente l’intervento classico, che si basa sulla frammentazione del cristallino con ultrasuoni ed incisioni manuali. Recentemente, tuttavia, per la chirurgia della cataratta si sono aperti nuovi scenari, con l’introduzione del cosiddetto femtolaser o laser a femtosecondi.
«Già utilizzato dapprima in chirurgia rifrattiva corneale per la correzione dei difetti di vista, e successivamente nella chirurgia dei trapianti di cornea, questo tipo di laser utilizza una luce con impulsi della grandezza di pochi micron e di brevissima durata (l’ordine dei femtosecondi corrisponde ad un milionesimo di miliardesimo di secondo), che può essere focalizzata a diverse profondità nell’occhio, per tagliare i tessuti esattamente nel punto desiderato», spiega il professor Leonardo Mastropasqua, direttore del Centro di eccellenza in oftalmologia EXE’ dell’università G.d’Annunzio di Chieti-Pescara (Centro di eccellenza europeo nella ricerca, certificato EVICRnet), che nel 2006 ha eseguito per la prima volta in Italia un trapianto di cornea senza bisturi, con il femtolaser».
Notevoli i vantaggi sul piano della sicurezza e della precisione: «I tagli effettuati dal laser sulla cornea per poter poi rimuovere il cristallino sono molto precisi e di piccole dimensioni», sottolinea il professor Mastropasqua. «In particolare, quello della porzione anteriore della capsula del cristallino (capsuloressi) risulta estremamente centrato e simmetrico, tale da consentire al paziente un ottimo recupero visivo nel momento in cui verrà impiantato il cristallino artificiale o lente intraoculare (IOL). La corretta posizione della IOL, infatti, permette di ridurre le aberrazioni (cioè le piccole imperfezioni del sistema ottico), e garantisce una buona visione, oggi assicurata, tra l’altro, dalle lenti premium, particolari lenti intraoculari che consentono una visione a tutte le distanze, correggendo anche l’astigamtismo».
Il fatto di poter dividere la lente in più parti e alla profondità desiderata con il femtolaser, consente di ridurre l’utilizzo degli ultrasuoni impiegati nella tecnica convenzionale, evitando così un possibile riscaldamento dei tessuti oculari: una caratteristica, questa, che nel tempo potrebbe rivelarsi utile nel ridurre l’incidenza di alcune complicanze della chirurgia tradizionale, la quale, tuttavia, non è affatto da considerarsi sorpassata. «Allo stato attuale, vi sono occhi che possono beneficiare della nuova metodica ed altri per i quali, è ancora preferibile l’intervento classico», osserva Mastropasqua.
Quando la cataratta si manifesta il cristallino si opacizza e la visione diventa annebbiata e solitamente si avverte molto fastidio alla luce. Il sintomo più importante è comu nque una progressiva perdita della vista. Sono inoltre sintomi caratteristici della cataratta: vista offuscata o doppia, elevata sensibilità alla luce (fotofobia), percezione dei colori meno vivida, visione di macchioline o punti scuri. Può inoltre comparire miopia, ipermetropia o astigmatismo. La cataratta non provoca dolore e non è accompagnata da uno stato infiammatorio.

La cataratta si manifesta in genere intorno ai 60 anni di età, ma può anche interessare soggetti più giovani come conseguenza di altre malattie quali il diabete, i traumi oculari o l'assunzione di farmaci come i cortisonici. Oggi la chirurgia offre risultati un tempo impensabili.

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