Se la storia è scritta coi gioielli di famiglia

Fra i preziosi esposti alla Fiera dell’antiquariato fino al 9 aprile, la parure che Napoleone donò a Maria Luisa d’Austria, acquistata nel 1888 dalla famiglia Rothschild

Paola Bulbarelli

Sono gioielli che raccontano epoche, che racchiudono segreti e parlano delle famiglie a cui sono appartenuti. Sono i pezzi straordinari esposti al Mia, Milano Internazionale Antiquariato, la mostra organizzata a fieramilanocity fino al 9 aprile, e che rappresentano ciò che di più prezioso ornava le signore di un tempo. I gioielli che si possono ammirare esprimono culture antiche e rappresentano chi ha fatto di una passione la propria vita e la propria attività. Così si può definire la Galleria di Carlo Ferrero Zendrini (con negozi a Montecarlo, Porto Cervo, Roma e Torino). Esperto da tre generazioni di gioielli - una nonna, ma soprattutto un mamma che dagli anni ’50 ha iniziato a comperare «second hand» gioielli con la visione dell’opera d’arte –, e che ha continuato la tradizione di famiglia a livello internazionale. La sua Galleria presenta al salone il meglio del suo mondo. Come la collana di Chaumet di fine Ottocento o la parure in zaffiri che Napoleone fece realizzare per la moglie Maria Luisa d’Austria e che, dopo essere rimasta nei gioielli della Corona di Francia, passò nel 1888 alla famiglia Rothschild; dieci anni fa il prezioso gioiello è stato acquistato fa da un gallerista in America. Ma anche pezzi di estremo pregio degli anni ’60 e ’70 di Cartier e di Van Cleef o la parure in brillanti e rubini di Bulgari appartenuta ad Anna Magnani. «Sono gioielli che hanno un reale valore intrinseco dettato dalla qualità delle pietre e della lavorazione - dice Carlo Ferrero Zendrini –. Questo è un mercato molto ampio, ma i pezzi rari sono rarissimi proprio per le loro storie». Una vera passione anche quella di Lorenzo e Paola Monticone esperti in gioielli d’epoca americani, con particolare attenzione per gli anni dal ’40 al ’70. «Con la guerra molti artigiani europei sono emigrati negli Stati Uniti creando oltre Oceano la cultura della Gioielleria -, dicono i Galleristi –. Una cultura che si è estremamente sviluppata grazie alle dive di Hollywood, che a differenza delle star di oggi si facevano ideare gioielli su misura». Così ecco in mostra una collana appartenuta a Greta Garbo, un pezzo unico che - come spesso accadeva in quell’epoca - diventa all’occasione un girocollo o un bracciale. Ma anche creazioni di David Webb - come enormi anelli in oro rosso e cristalli di rocca - o pezzi esclusivi di Tiffany&Co. John e Jaffa Antiques di Londra propone anelli da collezione del XVII secolo in porcellana. E, antichi, ci sono pure i gioielli da uomo.

Dai gemelli in oro smaltato a quelli con i brillanti da smoking alle tabacchiere intriganti e sfiziose, agli orologi a cipolla dipinti con immagini dal doppio significato: da una parte disegni romantici e, basta un clic, si trasformano in erotici.

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