Sarà guerra di specchi, mele, spade. Perché è una fiaba coi fiocchi, che ora rivive in due film dall’uscita quasi contemporanea. È Biancaneve, infatti, l’eroina dei fratelli Grimm, a dominare la scena cinematografica con versioni contrapposte della favola portata sullo schermo innumerevoli volte, pure in versione porno. Ed è parecchio lasciva Charlize Theron mentre si veste di latte, nuda e turrita, la corona di Grimilde in testa, oppure quando strangola una fanciulla con artigli punk e ne gode a rubarle la bellezza in Biancaneve e il cacciatore (Snow White and the Huntsman), kolossal Universal a giugno nelle sale Usa.
Sul fronte opposto della Relativity Media si schiera la zuccherosa Julia Roberts, molto vestita nei panni fastosi della Regina Cattiva, che nel comico Mirror Mirror («Specchio specchio», dall’incipit della formula magica «Specchio specchio delle mie brame/chi è la più bella del reame?») di Tarsem Singh (Immortals) osteggia Biancaneve con sottile perfidia. Da metà marzo nei cinema americani, questo film per famiglie ha il suo punto di forza nei costumi, così esageratamente ricchi da sfiorare il ridicolo: in una scena Biancaneve, la graziosa Lily Collins (figlia di Phil, ex Genesis), porta un cigno per cappello ed è subito trash. Quanto alla stagionata Roberts, sembra affogare in una mare di piume di pavone, ricamate sugli abiti di velluto e appuntate tra i capelli, sul corsetto, dietro al collo. Se qui i Sette Nani diventano un elemento «camp» - non troppo esplicito, dato il pubblico di riferimento -, in Biancaneve e il cacciatore di Rupert Sanders i piccoli minatori diventano otto (ma l’ottavo nano muore subito, così torna la quadra).
Fortemente gotico nel tono complessivo,il film fa perno su Kristen Stewart, beniamina degli adolescenti, che nella saga di Twilight impersona la protagonista Bella. E siccome la storia che una povera fanciulla dalla pelle bianca come la neve, i capelli neri come l’ebano e le labbra rosse come il sangue venga salvata dal Principe Azzurro a cavallo, oggi proprio non sta in piedi, viste autonomia e solitudine delle ragazze contemporanee, ecco la novità: Biancaneve dovrà salvarsi da sola e ciò è assolutamente moderno. Anche perché il cacciatore inviato a ucciderla (l’aitante Cris Hemswort di Thor) è colui che l’ha addestrata a combattere.
A metà strada tra Il Signore degli Anelli e Alice nel paese delle meraviglie, questa versione della fiaba è affollata da sparvieri, cieli neri e combattimenti a fil di spada in stile videogame, con stravolgimento totale del tono favolistico buono: Biancaneve indossa armatura e cosciali di ferro, altro che vestitini da Bella Addormentata nel bosco. Niente bacio del risveglio, allora? Pochi apostrofi rosa, ebbene sì, e molti corvi neri nel mantello di Grimilde, la sexy Theron a tu per tu con lo Specchio, entità liquida tutta d’oro (qualche riferimento al profumo che lei, come testimonial, adora?). In tempi di revisionismo storico anche le favole vengono riscritte. È evidente che i due competitors in campo Grimm non solo sono diversi, per stile e contenuti, ma hanno valore di soglia.
Fin qui, non si contano i rifacimenti di Biancaneve, primo e imbattuto su tutti, lo splendido cartone Disney del 1937, classico non superabile dai maestri del pixar.
La leggenda della fanciulla che mangiò la mela stregata tiene banco da anni, almeno quanto quella di Robin Hood. Ma mai era accaduto che due progetti in suo nome sbarcassero a Hollywood nello stesso tempo. Un tempo di crisi in cui ben vengano i doppioni, a fare «specchio delle mie brame» al box-office.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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