Per sentirsi ancora giovane l’Argot si affida a Ennio Flaiano

Largo ai giovani. Per festeggiare adeguatamente il suo venticinquesimo anno di vita, il teatro Argot di via Natale del Grande, una delle sale off romane più attive e longeve, punta senza remore su un ricambio generazionale che riguarda non solo il ricco carnet dei titoli in scaletta ma pure e soprattutto la gestione stessa della sala. Maurizio Panici, direttore storico dello spazio trasteverino, da quest’anno sarà infatti affiancato da tre promesse del nostro teatro, Francesco Frangipane, Francesco Giuffré e Tiziano Panici, destinate in futuro ad assumersi interamente l’onore e gli oneri di un progetto culturale che intende «proseguire» lungo le sue linee guida decennali e, insieme, guardare al domani con fiduciosa speranza. Le due strade d’altronde ben si armonizzano, visto che proprio la lungimirante attenzione verso la drammaturgia contemporanea, verso le formazioni indipendenti non facilmente «visibili», verso l’efficacia di percorsi laboratoriali pensati sempre e comunque come occasioni di incontro e di crescita collettiva (perché tale è il teatro da secoli) ha reso l’Argot un solito punto di riferimento per artisti e pubblico. «Quest’anno - spiega Panici - si ricomincia. Dopo un quarto di secolo in cui questo piccolo spazio è stato luogo di incontro e di transito per tanti registi, autori, interpreti, ci sembrava giusto passare il testimone a giovani teatranti che fanno questo mestiere con grande passione».
Tanto più che sarà proprio la ripresa di uno spettacolo diretto da Frangipane, La guerra spiegata ai poveri di Ennio Flaiano, ad aprire, lunedì, la stagione 2008/2009: successo dello scorso anno che, pur in una riscrittura scenica «personalizzata», ha il merito di riportare alla luce un testo straordinario e attualissimo.


Di graditi ritorni si nutre d’altra parte buona fetta del nuovo cartellone: Roberto Latini presenta un’inconsueta rielaborazione shakespeariana intitolata Jago (ad aprile); Crescenza Guarnieri, attrice di ben noto talento, dà ancora una volta voce e corpo all’intenso monologo Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto (dal 18 novembre), prima di cimentarsi in un’opera inedita di Gianni Clemente, «La serva», portata in scena dallo stesso Panici (a gennaio). E questo è solo un timido assaggio, perché il programma è davvero nutrito e prevede anche un progetto speciale su Pessoa, oltre alle consuete rassegne di contorno. Info: 06/5898111.

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