Da quel che sembra, pare che sia già un lontano ricordo il periodo di crisi (economica) vissuto da Netflix. Della guerra contro le password condivise e al taglio di prodotti ritenuti “poco” virali non se ne parla più. Nel corso degli ultimi due mesi il colosso dello streaming si è rimesso in carreggiata, sfornando tante novità succulente che, neanche a dirlo, hanno dominato le classifiche di gradimento da parte del pubblico. Solo di recente abbiamo visto come The Night Agent ha saputo imporsi come un vero e proprio fenomeno, anche se nessuno aveva scommesso neanche un centesimo sul suo successo. Eppure, ad oggi, veleggia altro nell’indice di gradimento, tanto da convincere il colosso a rinnovare lo show per una seconda stagione. Nel corso degli ultimi giorni, però, c’è un’altra serie che sta facendo molto parlare di sé e che, di fatto, è arrivata al secondo posto della top 10 dei prodotti più visti di Netflix. Stiamo parlando di Ossessione, miniserie inglese da 4 episodi, che dal 13 aprile è stata inserita nel catalogo.
Una serie che si è imposta grazie a una storia che miscela il melò ad alto tasso erotico a tutti i prismi di un thriller psicologico. È patinata, mai volgare, ha un’ottima regia ma, di fatto, nonostante sia una dei prodotti più visti di Netflix, Ossessione è una serie evitabile, che non porta nulla di nuovo al mondo dell’intrattenimento, facendo capire quanto il pubblico non sia per nulla interessato alla qualità ma, più che altro, sia in cerca di un prodotto per nulla aderente alla realtà. Ossessione veleggia alto nelle visualizzazioni ma oltre alla sua torbida storia d’amore non c’è niente altro di interessante.
Il medico che "perde la testa" per la fidanzata del figlio
In una Londra patinata e cosmopolita si intrecciano le storie di William Farrow, stimato chirurgo, e di Anna Barton, giovane donna misteriosa e dal fascino seducente. Lui è felicemente sposato, ha un lavoro soddisfacente, e una vita serena. Lei è la fidanzata di Jay, figlio di William. È bella, sensuale, carismatica ma infelice. Tra i due scatta la scintilla e, alle spalle della moglie di William e di Jay, entrambi cominciano a vedersi di nascosto, intrecciando una storia di puro sesso, carica di passione e di lussuria. Doveva essere un incontro passeggero, nato per saziare una voglia del momento, ma sia William che Anna non riescono a stare l’uno distante dall’altro. La passione diventa perversione e la perversione si trasforma in ossessione, perché lì dove Anna cerca di mettere un freno a quella storia così pericolosa, William rischia di perdere il lavoro, l’affetto del figlio e della moglie pur di vivere un momento con la donna che ha stravolto la sua vita. Il medico, infatti, comincia a seguire la donna come se fosse rapito dal suo fascino, inscenando un audace gioco al gatto con il topo dai risvolti imprevedibili.
Un viaggio nelle fantasie erotiche più perverse
Più che un drama sull’amore, Ossessione è una storia sul tradimento e su una virulenta passione raccontata attraverso due personaggi che, essenzialmente, dalla vita hanno tutto ma non riescono comunque a colmare un vuoto che si portano dentro. E, se l’idea di base pure funzionare alla perfezione, è nel corso degli eventi che la serie perde tutto il suo appeal per tramutarsi in una storia a base di sesso e di fantasie erotiche, e dove tutto il resto passa in secondo piano. Ossessione è un vero e proprio bluff, sotto punti i punti di vista. Sembra essere un thriller adrenalinico e piccante ma, in realtà, non è niente di tutto questo. È una serie vuota, senza una trama coesa, senza una buona caratterizzazione dei personaggi e senza un intreccio che appassioni il pubblico. Si parla solo di sesso (e si abbondano in scene erotiche), si parla poco e si agisce ancor meno, come se tutto fosse basato su sospiri e sguardi languidi. Peccato che, nonostante l’impegno da parte del cast, Ossessione non riesca a dare di più.
Netflix trova il "nuovo" Cinquanta sfumature di grigio?
Eppure riesce a trovare spazio e a imporsi tra le serie del colosso dello streaming. È innegabile, però, che sia una serie che fa acqua da tutte le parti. Non è incisiva e non è per nulla coinvolgente ma resta la più vista della settimana (almeno fino ad ora). Ha trovato successo perché Ossessione è riuscita a cavalcare l’onda nata grazie al fenomeno cinematografico di Cinquanta sfumature di grigio (e affini), e allo stesso tempo, è riuscita a trovare il modo di adattarsi ai gusti del pubblico. Ovvero, quello di raccontare storie al limite del consentito in cui a vincere non sono i buoni sentimenti ma le passioni più torbide. E non importa se il personaggio maschile sia un fantoccio e la donna sia rappresentata come una femme fatale che cade vittima dei suoi stessi errori, l’importante è mostrare quando possa essere pericoloso il tradimento e l’amore clandestino. Di fatto, sia William che Anna, sono consapevoli di aver stravolto la loro vita eppure cadono sempre negli stessi errori incuranti di ciò che accade attorno a loro. Di similitudini con la "saga" di E.L. James ce ne sono, ma come nel film, anche nella serie tv, tutte le buone intenzioni si snaturano per inseguire solo il becero voyeurismo.
Dalla letteratura al piccolo schermo, come il sesso ha influenzato le serie tv
Che il sesso sia stato del tutto sdoganato in tv è un dato di fatto. Ossessione, infatti, non è l’unica serie in cui si parla di rapporti di coppia senza peli sulla lingua. Nel tempo, però, il concetto si è estremizzato, snaturando l’idea di base. Il genere ha prima trovato spazio nella narrativa romance con i romanzi "spicy" che, stranamente, hanno avuto largo consenso tra il pubblico proprio perché, inconsapevolmente, quel tipo di narrativa si è trovata a riflette sullo stato della vita di coppia, raccontando il lato oscuro dell’amore. In letteratura ha il suo appeal, proprio perché le parole lasciano molto all’immaginazione, ma nella sua trasposizione a immagini si ottiene l’effetto contrario.
Prima c’era il film con Juliette Binoche
Dopo il grande successo di Sex/Life, Netflix con Ossessione trova la sua nuova gallina dalle uova d’oro ma non sarà di certo una serie indimenticabile. Nell’immaginario, invece, è rimasto il romanzo di Josephine Hart del 1991 a cui è ispirata la serie, e che nel 1992 per la Warner Bros. è stato anche prodotto un film con Jeremy Irons e Juliette Binoche.
Di ottima fattura rispetto alla serie tv, il film è (per davvero) un thriller erotico che convince per una storia carica di passione e di libido, che mescola per l’appunto il thriller al melò. Così bello che vince persino sul ben più blasonato Basic Instinct con Sharon Stone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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