Sesso in cambio di bei voti Arrestato prof di francese

La Cassazione ha respinto il ricorso di un barista condannato a due anni per un episodio del 1990

Matthias Pfaender

Atti osceni e sessuali continuati in danno di minori, abuso di potere e tentata concussione: queste le accuse, pesanti come macigni, che hanno portato all’arresto, da parte dei carabinieri, di un professore di francese dell’istituto tecnico commerciale «Pierfortunato Calvi» di Belluno. L’uomo, D.D.S., un sessantenne sposato con figli e residente in città, avrebbe, secondo le segnalazioni raccolte dagli investigatori dell’Arma, estorto a diverse studentesse della scuola prestazioni sessuali in cambio di bei voti o di una aiuto per ottenere la promozione. Le indagini sono partite qualche mese fa, da alcune «voci di corridoio» che successivamente si sono trasformate in una denuncia. Il pubblico ministero Roberta Gallego, titolare del caso, ha reso noto come, dopo la prima segnalazione, siano pervenute ai carabinieri le denunce di altre studentesse dell’istituto tecnico Calvi, che negli anni scorsi avrebbero subito tutte, ancora minorenni, le molestie dell’uomo.
Lo scandalo è scoppiato interamente nella mattinata di giovedì scorso, quando il professore non si è presentato alla commissione d’esame alla quale doveva prendere parte, ed ha costretto la preside dell’istituto a sostituirlo con un collega fatto rientrare apposta dalle ferie. L’uomo si trovava già dal giorno prima agli arresti domiciliari nella sua abitazione, dopo l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal sostituto procuratore Gallego e firmato dal giudice per le indagini preliminari. Un provvedimento avvenuto nel pieno dello svolgimento degli esami di maturità, probabilmente per tutelare gli studenti, dato che i fatti in questione sarebbero avvenuti soprattutto nei locali dell’istituto.
Bocche cucite in Procura sull’argomento, ma la notizia corre velocemente di bocca in bocca, propagandosi all’istante in tutta la scuola e gettandola nella totale agitazione. A contorno della turpe vicenda, le solite espressioni di incredulità: «Non ci posso credere. Un uomo tutto casa, famiglia e scuola».
Purtroppo, sempre che le accuse vengano in futuro dimostrate, non sarà stato lui il primo professore, né probabilmente l’ultimo, ad aver abusato della propria posizione superiore rispetto agli studenti per ottenere favori sessuali, né il Pierfortunato Calvi il primo istituto scolastico teatro di violenze analoghe.
Il caso di Ezio Capizzano, oggi settantenne, all’epoca titolare della cattedra di diritto commerciale dell’università di Camerino, è uno dei più noti: l’uomo fu condannato nel 2004 a pagare all’ateneo 226mila euro per i danni all’immagine causati dalla diffusione delle videocassette in cui aveva filmato gli incontri sessuali tra sé e le sue studentesse, che si prestavano ai suoi voleri per superare gli esami.

Risale al 2002 la condanna a 18 mesi di carcere inflitta dalla Cassazione ad un insegnante cinquantenne di Agrigento per aver tenuto sulle proprie gambe, durante le lezioni, le sue alunne minorenni, toccandole e baciandole. Nel maggio del 1992, un docente dell’Istituto professionale di Mestre fu sospeso, dopo essere stato denunciato dalle sue allieve per atti di libidine.

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