«Settecento» piatto forte per Finarte a Palazzo Busca

«Arredi e dipinti da una nobile famiglia piacentina e altre provenienze». Questo è il titolo dell’esposizione della Casa d’Aste Finarte che batterà i suoi pezzi in un’unica sessione il 25 febbraio (ore 15.30) a Palazzo Busca in corso Magenta 71. Le preziose opere, accompagnate da un corposo catalogo, saranno esposte fino a martedì 24 dalle ore 10 alle ore 13 e dalle 15 alle 19, sempre nella sede di Palazzo Busca con ingresso libero per tutti i visitatori.
Vasi, sculture, icone, busti e statue di bronzo e marmo, crocefissi, scatole, portainchiostro, orologi da tavolo, lampade, piatti, vasiere, mobili e quadri ad olio e tempera su tela scorreranno in rapida successione sotto gli occhi dei più esperti collezionisti e degli amanti dell’arte più in generale. Ma vediamo di addentrarci in questo universo fantastico che ci riporta ad antichi splendori, riconducendoci alla Storia e alla storia del gusto, con pezzi che vanno dal Rinascimento fino al XIX secolo.
L’itinerario dell’esposizione è decisamente composito e apre con una bella placca del XVII secolo in bronzo cesellato e dorato rappresentante la «Deposizione», segue un «Pastore» di Moureau-Lecouvrir e busti e bronzi di Branca, Marussing, Marzollo, a titolo di esempio. Uno splendido braciere veneziano del XVII secolo in rame sbalzato con elementi leonini introduce l’amatore agli oggetti da collezione, tra i quali primeggiano anche orologi in oro, alcuni risalenti al Seicento e Settecento, fino ad arrivare ai celebri «Venini» con cornice in vetro e metallo dorato degli anni Cinquanta. Rarità anche nella sezione ceramiche, come una coppia di «bacili» seicenteschi in maiolica a decoro monocromo blu.
Tra gli arredi, stupisce un tavolo fratino settecentesco con montanti a lira raccordati da traverse sagomate accanto a magnifiche sedie con schienale imbottito della stessa epoca. Una scultura in legno orientale spezza per un momento credenze, tavoli, poltrone e «consolle» sei e settecentesche, alcune di provenienza cinese e giapponese, che si accompagnano a un tavolo inizio Ottocento a motivi geometrici in bianco e nero. Di grande modernità, non mancano camere da letto veneziane con decorazioni dai tipici toni verde pastello, accompagnate da divani, lampadari, pendole, inginocchiatoi e specchi. Tra i tesori provenienti invece da Roma, una coppi di sculture del Seicento: «Allegorie di Primavera e dell’Autunno». Si tratta di due putti in marmo policromi con fasci di fiori e grappoli d’uva.

Non si contano le stampe di Canaletto con vedute veneziane che anticipano capolavori pittorici di Pelagio Pelagi di fine Settecento, Sidoli, Pinturicchio, Carboni, Mercier e diversi olandesi che con i loro paesaggi e scene di campagna deliziano lo spettatore.

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