Per una settimana Urbino celebra i suoni del Barocco e del Rinascimento

Nella città di Raffaello e di Federico da Montefeltro va in scena il Festival di Musica Antica. Appuntamento imperdibile per chi vuole immergersi nelle note e nelle atmosfere del passato, ascoltando gli strumenti d'epoca e un repertorio che spazia dai trovatori a Beethoven.

Un'atmosfera magica, una meravigliosa cornice architettonica rinascimentale, un tuffo nel passato, una colonna sonora che spazia dal '300 al primo romanticismo. Sono questi gli ingredienti del Festival Internazionale «Urbino Musica Antica» che si è aperto questa settimana nella cittadina marchigiana, patrimonio dell'Unesco e uno dei centri più belli e intatti del Rinascimento. Qui, nella città di Federico di Montefeltro e di Raffaello, in programma ci sono undici concerti che spaziano dalla musica rinascimentale e barocca fino ai quintetti per pianoforte di Beethoven. Ma al di là degli spazi live la ciitadina marchigiana vivrà musica ventiquattro ore su ventiquattro attraverso un evento che tra corsi di perfezionamento e seminari convoglierà centinaia di musicisti e appassionati verso le lezioni di canto, musica medievale, rinascimentale e barocca.
Gli spettacoli in programma sono di grande qualità. Si va da Rinaldo Alessandrini a Sara Mingardo, dall'Ensemble Zefiro a Dan Laurin fino a Hopkinson Smith, sotto la direzione artistica di Claudio Rufa. Il Festival è organizzato con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Marche della Provincia di Pesaro e Urbino, del Centro Provinciale Promozione Beni Culturali, e della Commissione Nazionale Italiana UNESCO e promosso dalla Città di Urbino - Assessorato Cultura e Turismo. Ogni giorno ci sarà un appuntamento alle ore 19 e uno alle 21.30. Un percorso costruito alla stregua di un viaggio nella storia della musica. Quindi si toccherà il repertorio della frottola cinquecentesca intorno a una trama ben conosciuta: l'amore infelice, tema universale presente in tutte le epoche della storia, sia in poesia che in musica. L'artista canta e si accompagna alla viella secondo un modello che rievoca il cantore di corte rinascimentale, figura che fu certamente presente anche alla corte di Urbino. E poi ancora: il cembalo con musiche di autori italiani del '600 e francesi del '700. Le rielaborazione d'epoca di alcune delle più celebri pagine di Corelli, Bach, Händel e Vivaldi. Un excursus nel violino barocco attraverso le musiche di Fontana, Brade, Bull, Uccellini, Palestrina, Frescobaldi e Bertali. E ancora: sabato 23 alle ore 21.30 il festival avrà ospiterà il liutista e chitarrista americano Hopkinson Smith: uno dei più autorevoli liutisti viventi con un programma dedicato alla chitarra barocca e alla musica spagnola del XVII secolo: «De los Castillos y Calles de España». Domenica 24 alle ore 19.00 e alle ore 21.30 l'ensemble Zefiro proporrà un programma che avrà come protagonisti gli strumenti a fiato del periodo classico e del primo '800, dedicato ai quintetti per pianoforte di W. A. Mozart e L. Van Beethoven. Un'occasione rara in Italia per apprezzare gli spunti interpretativi, l'espressività e le sonorità che le esecuzioni su strumenti originali possono offrire nell'ambito del repertorio a cavallo tra sette e ottocento. Martedì 26 alle ore 21, nel cortile di Palazzo Ducale, si terrà il concerto che vedrà impegnate le classi di flauto dolce in un programma dedicato al ricordo di Gerd Lünenbürger, il flautista recentemente scomparso che si era tanto dedicato ai corsi di Urbino. A celebrarlo saranno il contralto Sara Mingardo accompagnata al cembalo e al fortepiano da Rinaldo Alessandrini. Il programma prevede musiche eseguite su strumenti originali che spaziano da Monteverdi ai lieder di Mozart e di Schubert. Il Festival si concluderà giovedì 28 alle ore 21.

30 con l'Orchestra degli allievi dei corsi di musica antica diretta da Susanne Scholz, che svolgerà un originalissimo lavoro sulle danze francesi del '700. Il tutto non senza un'attenzione particolare allo spettacolo con costumi e coreografie d'epoca, così da restituire l'impatto visivo del barocco e del rinascimento.

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