Per la sfida il Papa anticipa la cena

Il segretario: «Ho tifato Germania, ma ora metto alla finestra la bandiera tricolore»

Andrea Tornielli

«Davvero complimenti! Avete vinto ed è stata una bella partita... Io ho tifato per la mia Germania, ma adesso spero davvero che l’Italia vinca questi mondiali!». Monsignor Georg Gänswein, segretario particolare di Papa Benedetto XVI, commenta così con il Giornale, a caldo, l’esito della grande sfida che ha portato la nazionale azzurra alla finalissima di Berlino. Una partita al cardiopalma, vissuta istante dopo istante anche per uno spettatore davvero speciale, Joseph Ratzinger. Italia-Germania è stata infatti seguitissima nei sacri palazzi vaticani, dove Benedetto XVI ha potuto vederla insieme alla «famiglia pontificia», i suoi più stretti collaboratori: il segretario particolare, don Gänswein, il segretario polacco Mieczyslaw Mokrzycki, e le quattro laiche consacrate «Memores Domini» di Comunione e Liberazione, Carmela, Loredana, Emanuela e Cristina, che si prendono cura dell’appartamento pontificio e della mensa del Papa. Per l’occasione è stato approntato un grande schermo nel salotto pontificio.
Papa Ratzinger ha tifato Germania o Italia? «All’inizio della partita – confida don Georg – ha detto soltanto: “Tanti auguri a tutti e che vinca il migliore!”. Il Pontefice è sempre imparziale, ha avuto un cuore grandissimo sia per la Germania che per gli azzurri». È noto però che Benedetto XVI, bavarese d’origine, dal 1977 al 1982 arcivescovo di Monaco di Baviera, ha sempre tifato Bayern. Arrivato a Roma come Prefetto della Congregazione della dottrina della fede alla fine dell’82 (pochi mesi dopo la finalissima Italia-Germania che ci consegnò la coppa del mondo), Joseph Ratzinger si è presto «naturalizzato». È diventato italiano, anzi romano. E dal 19 aprile dell’anno scorso è stato eletto Papa, cioè vescovo di Roma. La capitale italiana è la sua diocesi, ed è per questo che il suo cuore, che pure è tedesco, non può non battere anche per l’Italia.
Benedetto XVI ieri ha cenato un po’ più presto del solito, quindi si è seduto sulla poltrona piazzata di fronte al grande schermo per godersi la partitissima. Con uno spirito meno combattuto, invece, ha assistito al lunghissimo match don Gänswein. Decisissimo a tifare Germania, anche se ora dice: «Da questa sera metterò la bandiera della nazionale italiana alla finestra: adesso sono gli azzurri a meritare di vincere il mondiale». Ma nell’appartamento papale le forze in campo, almeno per quanto riguarda il tifo, sono comunque state in favore della nostra nazionale fin dal primo momento: le quattro consacrate, infatti, sono italianissime, e seppure con la dovuta riverenza, hanno manifestato il loro entusiasmo.
E ora in tanti fanno notare che l’8 luglio 1982, semifinale Italia-Polonia, c’era un Papa polacco e quella fu l’ultima partita seguita con attenzione da Giovanni Paolo II. Oggi c’è un Papa tedesco, e ancora una volta gli azzurri si sono fatti valere. Una coincidenza che ora sembra davvero di buon auspicio. Domenica prossima si potrebbe ripetere il miracolo dei Mondiali di Spagna 1982.


Il segretario di Benedetto XVI ha rivelato che il Pontefice ha guardato spesso le sintesi delle partite della giornata trasmesse dai nostri canali televisivi. Seguendo la nazionale tedesca, nelle ultime partite, Papa Ratzinger aveva commentato: «È una squadra forte». Ma la più forte, ieri sera, è stata la nazionale azzurra.

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