La sfilata della Curiel in nome di Frida Kahlo

La sfilata della Curiel in nome di Frida Kahlo

Un’esplosione latino-americana, nel nome e nel segno di Frida Kahlo è quella che Raffaella Curiel ha voluto fare risuonare nelle Sale delle Cariatidi di Palazzo Reale con una sfilata in nome delle tradizioni popolari e dei costumi di quel continente. Raffaella e la figlia Gigliola hanno ripercorso la figura di questa pittrice dalla personalità battagliera e dai molteplici interessi e le hanno cucito intorno un sontuoso omaggio in cui la originalità dei tessuti e dei ricami, nonché delle acconciature, si mischia a un recupero cosciente di elementi etnici e coloniali e di innesti barocchi. In questo caleidoscopio di emozioni le Curiel si sono ancora una volta rivelate capaci di coniugare moda e cultura davanti a un parterre d’eccezione: il professor Girolamo Sirchia, Beppe Modenese, i Brivio Sforza, Di Capua, Lombardi, Ligresti, Castellino, Lattanzi Branca, Vicari, Venosta, Veronesi, Alberoni, Recordati, Pesce, Battanta e gli ambasciatori dei Paesi latino-americani...
Come in passato la stilista ha devoluto il ricavato della sfilata alla Croce rossa italiana, che quest’anno festeggia il centenario della sua fondazione. Della sezione femminile è presidente Elsa Monti che, in divisa come le altre crocerossine, ha ringraziato a fianco delle due stiliste il pubblico entusiasta. La stessa Curiel è Cavaliere di Gran croce della Repubblica Italiana dal 1996 ed è stata insignita di medaglia d’oro.
Le linee di quest’ultima collezione sono sempre femminili, ma meno aderenti al corpo; i tailleurs, i pantaloni e le gonne in stile «gaucho» sono riportati in look moderno e folcloristico segnate da cinture originali e da bijoux disegnati da Gigliola Curiel. Gli abiti eleganti ricordano la latinità, leggeri, leggiadri, colorati con gamme che vanno dai blu ai rosso amaranto ai rosa, ai turchesi fino al bianco e nero.


«È stato un iter difficile e faticoso, ma lo studio dedicato a questa artista mi ha indicato un percorso pieno di fascino tale da indurmi a celebrare le sue impenetrabili fantasie, la sua fortissima femminilità e le antiche culture di quella parte del mondo, lontane ma magiche e irresistibili». Parola di Lella Curiel.

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