Una sfilata tutta all’insegna della solidarietà

C’è chi si è commosso sentendo l’inno nazionale e chi è stato catturato dalla maestosità dei carri armati. La festa della Repubblica, ieri, è stata seguita da migliaia di persone, che si sono accalcate dietro alle transenne di piazza Venezia.
Si chiude così una delle settimane più impegnativa della storia recente della capitale. La città e la macchina organizzativa, messa in piedi dall’amministrazione Alemanno, hanno retto benissimo, facendo sentire agli abitanti disagi minimi. È andata meglio di quanto previsto anche dal punto di vista della sicurezza, se si considera l’importanza degli appuntamenti, primo tra tutti l’attesa finale di Champions League di mercoledì scorso all’Olimpico. Poi venerdì e sabato è toccato al G8 - con relativa manifestazione no global - per il quale sono state chiuse a soffietto diverse strade del Flaminio e di Prati. Il terzo evento di proporzione nazionale è stata la tappa finale del Giro d’Italia, che ha festeggiato il primo centenario attraversando il centro storico, da piazza Venezia a via dei Fori Imperiali, paralizzando per ore il cuore della città.
Sempre il centro ieri è stato teatro dell’attesa parata per la festa della Repubblica. Anziani, coppie e tantissimi bambini hanno assistito emozionati alla celebrazione, che si è aperta con la cerimonia della deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, accompagnato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, dal ministro della Difesa Ignazio La Russa e dai vertici delle Forze Armate. «Oggi è un giorno molto importante per tutta la Nazione e soprattutto per Roma, che chiude un ciclo di eventi che l’hanno vista protagonista, dalla finale di Champions League alle riunioni del G8 fino al Giro d’Italia - ha commentato ieri Gianni Alemanno -. La città ha dato un’importante prova di responsabilità e disciplina. Chi propone di abolire il 2 Giugno non capisce nulla, perché le Forze Armate sono il primo simbolo delle istituzioni». Accanto a lui, il presidente della Regione Piero Marrazzo e quello della Provincia Nicola Zingaretti. «Il 2 Giugno - ha detto Zingaretti - è tra i rari e bellissimi momenti dell’unità nazionale, incarnati dal presidente della Repubblica in un clima che in questi giorni è tornato ad essere quello del dialogo, dell’unità e della condivisione dei valori positivi della democrazia e della libertà, quindi altro che abolizione».
Tra la folla di spettatori ieri c’erano anche moltissimi turisti, che hanno ascoltato in silenzio l’Inno di Mameli. Spettacolare, come sempre, il passaggio in volo delle Frecce Tricolori e la sfilata delle Forze Armate. «Sono siciliano e sono diretto a Catania - dice Calogero, pensionato di 60 anni - mi sono fermato a Roma per questa manifestazione che spero abbia gli stessi significati di un tempo, orientati alla pace, al lavoro e alla giustizia sociale». Gli applausi più forti, però, sono stati per la protezione civile, uno dei corpi che si è maggiormente adoperato durante il terremoto in Abruzzo.

Proprio per riguardo alla popolazione colpita dal disastro, ieri, la parata è stata ridotta a 80 minuti, con un numero minore di persone e mezzi impegnati e un ridimensionando gli allestimenti decorativi. In questo modo il ministero della Difesa ha potuto recuperare 1 milione di euro, che verrà devoluto per la ricostruzione delle zone terremotate.

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