Sgomberati i campi di Rubattino: il Comune vuole piazzare 60 rom

Ieri il Comune ha sgomberato uno dei più brutti campi rom abusivi che la nostra città abbia mai avuto. I 142 nomadi dell'insediamento di via Rubattino - un'area dismessa dell'Enel, sotto il cavalcavia della tangenziale est, a Lambrate - erano lì da febbraio e già quest'estate erano stati segnalati al sindaco dall'assessore alla Sicurezza della Provincia Stefano Bolognini. Nei prossimi giorni l'area verrà completamente ripulita, messa in sicurezza e recintata da Amsa (dai 6 ai 10mila euro, il costo più corposo dell'operazione, secondo Palazzo Marino), quindi i vigili vigileranno, almeno provvisoriamente, 24 ore su 24, affinché non ci siano indesiderati ritorni.
Dall'assessorato alle Politiche sociali di Palazzo Marino fanno sapere che 110 dei nomadi sgomberati hanno scelto il «percorso d'inserimento» offerto dal Comune. Dei 55 bambini che risiedevano in via Rubattino, 30 sono sotto i 10 anni e tutti sono stati accompagnati in via Barzaghi, presso la Protezione civile dove saranno accolti per questi primi giorni di emergenza. «Stavolta però non divideremo più le famiglie - spiegano a Palazzo Marino -. Fino al giugno scorso, prima dello sgombero di via Sacile, i bambini e la madri venivano portati in una comunità protetta e il capofamiglia avviato verso i dormitori. I piani di reinserimento, però, nella maggior parte dei casi, fallivano e non si andava oltre l'iscrizione dei bambini alle scuole elementari. Con questo sgombero inizia la vera sfida: la maggior parte dei bimbi di via Rubattino, infatti, andava già a scuola, quindi andiamo oltre. Nella struttura della Protezione civile di via Barzaghi i nuclei famigliari potranno rimanere uniti, anche se la permanenza dovrà essere breve, al massimo di qualche settimana, visto che si tratta pur sempre di un dormitorio».
Naturalmente sempre e solo se, anche chi non ha ancora iscritto il proprio bambini a scuola si decida finalmente a farlo: questa è la conditio sine qua non per iniziare un percorso con il Comune. «L'obiettivo successivo sta proprio nel cercare di capire il grado d'istruzione degli adulti decisi a reinserirsi, comprendere cosa sanno e, soprattutto, cosa vogliono veramente fare. Sono intenzionati, ad esempio, a iscriversi alle liste per le case popolari?».
Ma quanto costerà al Comune trovare lavoro a circa 60 rom adulti e reinserirli non si sa. Per l'ex vicesindaco Riccardo De Corato, capogruppo della Lista Moratti ed ex assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli vista la loro esperienza è una mission impossible. «Un'operazione d'immagine quella del Comune.

Essere buonisti molto spesso favorisce i meccanismi di sfruttamento all'interno di queste realtà. I famigliari dei rom vivono perlopiù sull'accattonaggio di bambini, donne e anziani: sono spietati tra loro. Bisogna mandare messaggi forti. E ricordiamo che l'integrazione non funziona sui grandi numeri».

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