Sharon è in coma ma torna a casa e guarda la tv

Più di quattro anni dopo essere sprofondato in un coma vegetativo che i medici ritengono irreversibile, l’anziano ex premier Ariel Sharon ha lasciato il Centro medico Tel ha-Shomer di Tel Aviv e dopo un’ora di viaggio, fra severe misure di sicurezza, ha varcato i cancelli della sua residenza privata: il Ranch dei Sicomori, nel Neghev settentrionale.
Sharon, che ha 82 anni, resterà nell’intimità familiare per due giorni: un periodo di prova per consentire ai medici di verificare se nella palazzina vi siano le condizioni per garantirgli una degenza adeguata. «Arik» di recente è ingrassato, respira in maniera autonoma, segue ad occhi aperti i programmi tv (di preferenza gli viene proposto National Geographic) e sembra dare talora l’impressione di riconoscere le persone a lui più vicine. Tornato nel proprio ambiente familiare - affermano i medici - potrebbe registrare altri miglioramenti, seppure modesti. Il destino di Sharon appare singolarmente simile a quello degli altri due grandi vecchi della destra israeliana, quasi svaniti nel nulla al momento dell’abbandono della scena politica.

Menachem Begin, rassegnate nel 1983 le dimissioni, si rinchiuse in totale isolamento nel proprio appartamento di Gerusalemme, uscendo una volta l’anno solo per visitare la tomba della moglie. Yitzhak Shamir ha festeggiato il suo 95.mo compleanno in una casa di riposo. Afflitto dal morbo di Alzheimer non sembra ricordare di essere stato uno dei leader più potenti del Medio Oriente.

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