Ci sono voluti trecento carabinieri per fermare l«ottavo re di Roma». Così si faceva chiamare Consiglio Di Guglielmi, 58 anni, finito in manette insieme a Raffaele Casamonica e a sua moglie Loredana Licheri, entrambi di 50 anni, con laccusa di usura ed estorsione, con laggravante delle norme antimafia.
Su richiesta del pubblico ministero Rosaria Affinito, ai tre affiliati al clan Casamonica, storica famiglia di nomadi stanziali che nella capitale conta più di 400 persone, sono stati sequestrati beni per 15 milioni di euro.
Le indagini dei carabinieri del Gruppo Frascati, diretti dal colonnello Rosario Castello, sono partite dalla denuncia di un imprenditore di Ciampino che per oltre venti anni è rimasto intrappolato nella rete degli strozzini. La vicenda è iniziata allinizio del 90, quando luomo si è rivolto ai tre chiedendo un prestito di 30 milioni di lire per curare la figlia gravemente malata. Ed è iniziato lincubo. È stato costretto a pagare il 20 per cento di interessi al mese, continuamente ricattato dagli usurai. «Siamo dei Casamonica», gli ricordavano i suoi aguzzini, quando cercava di ribellarsi, tanto che è stato costretto a vendere la sua attività e ad acquistare auto in concessionarie amiche degli strozzini a prezzi maggiori.
Ma non basta. Ha dovuto anche affittare un garage per gli usurai, ufficialmente nullatenenti, che ci parcheggiavano la loro Ferrari. Cinquecentomila euro non sono bastati a convincere i tre cravattari ad archiviare la questione. Estinto il suo ultimo debito di 45.000 euro, infatti, limprenditore credeva di essersi liberato di loro, ma i malviventi hanno preteso ancora la stessa cifra per gli interessi. Esasperato ha sporto denuncia rivolgendosi ai carabinieri di Frascati.
Ai tre, ufficialmente nullatenenti, sono stati sequestrati una villa a Ciampino e una a Zagarolo, 2 appartamenti a Roma, 5 terreni e 37 unità immobiliari, di cui una composta da 14 vani, una costruzione in cemento armato a Bracciano, un fabbricato a Castel SantElia, cinque autovetture tra cui una Ferrari Spider e conti correnti bancari e postali.
«È fondamentale - ha spiegato il colonnello Castello - la collaborazione delle vittime per questo tipo di indagini. Ed è stata molto importante lattività che ha svolto lo sportello antiusura. Noi abbiamo accertato una grande sproporzione tra i beni posseduti e il reddito che veniva dichiarato dai tre arrestati e per questo è stato possibile il sequestro preventivo».
Lassessore della Provincia di Roma alla Sicurezza, Ezio Paluzzi e quello della Lotta allUsura, Serena Visintin, hanno ringraziato le forze dellordine per «lennesimo duro colpo assestato alla criminalità organizzata sul territorio», sottolineando che grazie al lavoro di ascolto e assistenza ai cittadini in difficoltà dello Sportello Antiusura Intercomunale della Provincia è stato possibile fornire segnalazioni preziose alle forze dellordine nel corso dellindagine. Il delegato del sindaco per la Sicurezza Giorgio Ciardi, invece, ha invitato a non abbassare la guardia spiegando che anche il Comune farà la sua parte a fianco dei cittadini, potenziando lascolto e laiuto offerto dagli sportelli per luso responsabile del denaro, oggi attivi in 7 municipi. «È una battaglia di civiltà su cui la capitale deve puntare - ha detto Ciardi - rinnoviamo lappello a quanti sono vittima di questo reato a denunciare i propri aguzzini e a collaborare con le istituzioni e con i magistrati per far emergere i contorni di un crimine ancora sommerso».
Luisa Laurelli, presidente della commissione Sicurezza della Regione, infine, si appella al ministero dellInterno affinché vengano destinate più risorse alle forze dellordine e alle procure. «Perché proprio oggi (ieri per chi legge, ndr.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.