Si salverà la manager scippata Dramma ripreso dalle telecamere

Si salverà la manager scippata Dramma ripreso dalle telecamere

Non morirà Alessandra Galdabini. Restano gravi ma stazionarie, infatti, le condizioni della manager milanese 54enne che è caduta a terra sbattendo con violenza la testa sull’asfalto mercoledì sera, nel pieno centro di Milano, mentre due balordi tentavano di scipparle le borse che teneva nel cestino della bicicletta. I medici del Policlinico la tengono sedata, in coma farmacologico, nel reparto di neurorianimazione. Nonostante la sua prognosi resti rigorosamente riservata, le «emorragie intercraniche da trauma, senza ferita intercranica esposta» evidenziate dagli esami a cui la donna è stata sottoposta fanno ben sperare. Accanto a lei ci sono il marito Gianpaolo Vittorelli e le tre figlie. L’intera famiglia lavora nella società di consulenza informatica a gestione famigliare Microsys, partner italiana di Microsoft, la cui sede si trova a poche centinaia di metri dal luogo dell’agguato. Quando è rimasta vittima del tentativo di scippo, infatti, la donna stava rincasando dal lavoro.
Gli investigatori della quinta sezione della squadra mobile, l’Antirapine, stanno cercando di ritrovare i due giovani che, a bordo di uno scooterone grigio, hanno aggredito la manager a un incrocio tra piazza della Repubblica e viale Monte Santo sperando in chissà quale bottino. Un colpo non riuscito il loro. Dai primi accertamenti e da un controllo fatto dallo stesso marito della donna, sembra infatti non mancare nulla dalle due borsette che portava con sé, insieme con la catena, sul cestello anteriore della sua bicicletta. E la terza borsa che la Galdabini teneva a tracolla, e contenente un computer, pare non sia stata nemmeno toccata.
Purtroppo la ricerca dei responsabili di quello che, a tutti gli effetti, è un tentato omicidio, si è rivelata da subito un’impresa ardua per la polizia. L’oscurità (la zona è illuminata malissimo) e il contesto in cui è maturata l’aggressione non hanno di certo facilitato le indagini. Basti pensare che gli unici due testimoni oculari sono due passanti: un ragazzo, pure lui in sella a uno scooter, proprio alle spalle della donna aggredita e un’altra signora in bicicletta che arrivava sulla corsia opposta della carreggiata. Entrambi i testimoni sono stati molto solerti nel chiamare i soccorsi, ma hanno potuto vedere ben poco di quei due che, con il casco in testa, allungavano le mani nel cestino della bici della Galdabini e che poi l’hanno fatta cadere a terra. Per questo gli investigatori saranno costretti ad affidarsi soprattutto alle immagini registrate dalle telecamere del Comune.
La vita di Alessandra Galdabini è scandita da ritmi precisi. Madre di famiglia, ma anche donna di successo, era direttore generale e consigliere delegato della società che il marito ha fondato nel 1992 e di cui è titolare. Nata a Gallarate nel 1958 e laureatasi in matematica alla Statale di Milano, la donna inizia la propria attività lavorativa ricevendo l’incarico di creare il sistema informativo dell’azienda di famiglia, la «Cesare Galdabini spa», fondata dal padre nel 1890 a Cardano al Campo, in provincia di Varese.

La società è tuttora leader mondiale nel settore della produzione di macchinari di precisione e nota in tutto il mondo per la lunga tradizione, la qualità dei prodotti e l’originalità dei brevetti. Nel 1989 Alessandra Galdabini collabora con Datasys Informatica, in qualità di responsabile di progetto e di prodotto. Dal 1992 si dedica anima e corpo a Microsys.

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