Si sbriciola la collina, paura ai Parioli

«Stavo passeggiando tranquillamente. All’improvviso, un rumore fortissimo, tremava tutto, c’era polvere ovunque. La montagna è venuta giù, mi sembrava mi stesse crollando addosso. Sono morta di paura. Quando è tutto finito, ho visto solo macerie intorno a me. Le auto erano distrutte, coperte di terra e roccia. È stato tremendo. Ora voglio solo andare a casa e dimenticare». Gabriella Magnoni, ieri, verso le 11.40, passava in viale Tiziano proprio nel momento in cui è franata una parte del costone di Monte Parioli che si affaccia sulla strada. Non riesce a trattenere lacrime e singhiozzi mentre racconta la paura provata, lo shock e i soccorsi. È stata solo questione di fortuna se la frana di Monte Parioli, proprio sotto Villa Balestra, nel cuore della città, ieri non si è trasformata in una tragedia. Il bilancio registra cinque feriti lievi - una persona in auto, due a piedi, e due tra i primi poliziotti intervenuti, ai quali si aggiungono alcune persone lievemente intossicate - e sette auto danneggiate.
«Poteva essere una tragedia», ripete l’assistente di Polizia Cosimo Carrozzo. Sotto il costone, infatti, corre una pista ciclabile. Ma, soprattutto, nella collina si trovano le tristemente famose grotte, da anni popolate da clochard, più volte sgomberate e più volte rioccupate. La possibilità che sotto le macerie si trovasse il corpo di qualche senzatetto non è stata esclusa fino a tarda sera. «Abbiamo sentito un rumore fortissimo. Il pavimento ha tremato - raccontano Sandro Cangelmi e Pantaleone Megna, sovrintendenti della polizia al reparto scorte -. Siamo corsi fuori per vedere cosa fosse accaduto. Con altri colleghi abbiamo aiutato i feriti, che hanno ricevuto le prime cure nella nostra sala medica. Il pensiero è andato subito alla gente che va a dormire nelle grotte. Temevamo che qualcuno fosse rimasto imprigionato». «È stato tutto così rapido che quasi non mi sono reso conto di ciò che stava succedendo - commenta l’avvocato Gaetano Testa, che al momento del crollo era in tram -. Ci sono stati sussulti, tanta polvere e poi poliziotti che correvano, gente sotto shock, vigili del fuoco e ambulanze».
Sulle cause dello smottamento le ipotesi sono varie. Potrebbe essersi trattato di un cedimento naturale ma non si esclude che a contribuire siano state proprio le grotte: una rete di canali ulteriormente ampliati dai senzatetto nel tentativo di renderli abitabili, che avrebbe gravato una struttura già provata da interventi e, forse, infiltrazioni d’acqua. «D’altronde - dicono i geologi - quella è una formazione tenera, basta un piccone per romperla. Inoltre, è fatta di rocce diverse permeabili nella parte alta ma non in quella bassa. Se l’acqua non è irreggimentata, può provocare dissesti». Gli interventi dei Vigili del fuoco sono andati avanti per tutta la giornata. «Il tratto di strada tra Belle Arti e piazzale Ankara è stato chiuso al traffico - dicono al comando provinciale dei Vigili del fuoco - fino a quando le indagini non proveranno la stabilità della roccia e l’irripetibilità di eventi simili».

Intanto, fa sapere l’assessorato capitolino ai Lavori Pubblici, già oggi «prenderanno il via le indagini geotecniche, per verificare le condizioni statiche della collina, e i lavori di messa in sicurezza della zona con l’obiettivo di riaprire al più presto, se non oggi stesso, la strada. Almeno parzialmente».

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