Siamo tutti Anna Falchi

L’opinionista assennato dirà sempre «secondo me è così» e non il perentorio «è così e basta», giacchè quest’ultima licenza gli sarà concessa una sola volta nella vita. L’opinionista assennato, prima di spendersi in qualsivoglia diatriba, valuterà se la pulsione non stia prevalendo sul raziocinio e se valga la pena di opinare. L’opinionista assennato, del resto, dovrebbe ben guardarsi dallo scagliarsi con gratuita acredine in direzione di colleghe peraltro notoriamente giovani e piacenti. Insomma, di norma sai che me ne frega di occuparmi di Anna Falchi e di ciò che Maria Laura Rodotà e Lidia Ravera ne abbiano scritto: in casi come questi si leggicchia, si sospira e poi si torna e volare alto, si scrivono rubriche su cose internazionali, sui diritti umani, su Mastella. E invece no. Lo scrivente sceglie irrazionalmente di spendere il suo «è così e basta» nella giornata odierna. Ordunque: quanto scritto in questi giorni da Maria Laura Rodotà e Lidia Ravera, dico su Anna Falchi, non è che fa schifo secondo me: fa-schifo-e-basta.

E se ormai vale tutto, se è valido avere la codardia di scagliarsi contro una poveraccia che ha sbagliato salotto, se è valido scrivere che una signora ha sposato uno brutto solo per soldi, ma che le è andata male, ciò mentre suo marito in galera, beh, allora vale tutto davvero, allora gioco anch'io: l’hanno scritto perché sono due vecchie racchie inacidite. Si occupassero degli ambienti loro, sempre che, da inginocchiate, ottegano autorizzazione a rialzarsi.

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