Sicilia, sprechi da film: un corso con 12 allievi è costato 9 milioni

Marciapiedi restaurati pagando 2.300 euro al metro, ostelli fantasma nei parchi, campi rom, viaggi all'estero e scuole per veline. Così i governatori hanno mal utilizzato i soldi europei

Dovevano servire allo sviluppo del Sud. Sono stati dissipati in migliaia di micro progetti sterili. Per questo, vista la fine fatta dai soldi stanziati negli anni precedenti, Bruxelles, al momento di assegnare alla Campania i fondi del settennio 2007-2013, si è raccomandata con lo stesso piglio di un padre che dà la paghetta al figlio adolescente: «Tieni, ma non la sprecare tutta in fumetti e videogame». Nello specifico i fumetti erano la manutenzione ordinaria delle città - marciapiedi e lampioni. E con il piglio di uno scugnizzo i dirigenti di palazzo Santa Lucia hanno prima assicurato che non avrebbero utilizzato i fondi per la «manutenzione ordinaria delle città», poi hanno messo a bilancio 9 milioni e 995 mila euro per interventi di «adeguamento e riqualificazione dei percorsi pedonali». Cioè marciapiedi e lampioni. Di Avellino.
UN PAVIMENTO CHE VALE ORO
Ma qui non si tratta di marciapiedi normali. Visti i soldi stanziati, dovranno essere delle opere d’arte; per la sola via de Gasperi se ne andranno 2 milioni e 343 mila euro: 2.300 euro al metro quadro in bitume e piastrelle. Non si sa ancora invece l’estensione del campo rom in progetto a Scampia e finanziato con fondi comunitari; ma si può ben immaginare che con 7 milioni e 16mila euro di casette e roulotte se ne possano comprare parecchie. A fronte di questo, il milione e 200mila euro stanziati per ristrutturare la caserma dei vigili del fuoco di Benevento è un intervento strategico di sviluppo economico di prima categoria.
TU VUÒ FA L’AMERICANO
Certo non peggiore della destinazione che nel 2006 presero altri 300mila euro dello stesso por - programma operativo regionale - che contribuirono a finanziare la celebre trasferta degli amministratori regionali alla sfilata del «Columbus Day» di New York: 160 persone capeggiate dal presidente del consiglio regionale, Alessandrina Lonardo, che alle polemiche ribattè: «Non capisco; non c’è spreco di risorse se vengono utilizzate nell’interesse della comunità». Chissà che interesse per i campani in procinto di annegare nella monnezza mandare nella Grande mela lady Mastella. Paragonabile solo all’interesse con il quale i cittadini di Bari leggeranno Agorà, il «giornale del piano strategico dell’area metropolitana» finanziato con fondi europei: 125 mila euro per due soli numeri. Tanto vale che se lo leggano, visto che è stato pagato con soldi loro. Soldi che, almeno, hanno trovato una destinazione. Diversamente dai sette milioni stanziati per la promozione del turismo pugliese nel biennio 2007-2008: devono ancora essere erogati; e dato che anche questi dovranno uscire dalle casse comunali entro il 31 dicembre, prepariamoci a un’invasione di cartelloni e spot che ci promuoveranno le meraviglie del turismo invernale in Puglia.
LA CALABRIA TIFA ITALIA
La promozione del proprio territorio del resto è un obbligo per ogni governatore. E Agazio Loiero, presidente della Calabria, non si tira indietro: nonostante la regione che lui guida da tre anni abbia speso senza frutto dal 2001 al 2006 340milioni di euro in pubblicità, il governatore ha già fatto mettere a bilancio altri otto milioni di fondi Ue per rendere la sua regione l’unico sponsor istituzionale della Nazionale. Il piano prevede una serie di spot che avranno per protagonista Rino Gattuso.
CIAK SI SPRECHI
Qui un po’ di integrazione tra le risorse investite «per lo sviluppo» poteva essere centrato: Loiero avrebbe potuto affidare la realizzazione dello spot ai 12 allievi della prima scuola italiana di «docufiction». Un’accademia costata 9 milioni del por Sicilia: 750mila euro per allievo. Speriamo che studino. Ma le vicende che legano il comune di Palermo allo spreco di fondi europei affondano nel millennio scorso: era il 1998 quando Palazzo delle Aquile comprò 88 Fiat Seicento elettriche. Costo del parco auto ecologico: 3miliardi e 400 milioni di vecchie lire, poco meno di 40 milioni per ogni vettura data in uso ai dipendenti comunali. Evidentemente la tecnologia era ancora acerba, visto che le auto diedero più grattacapi che vantaggi; e, cosa peggiore, occorreva portarle in traghetto fino a Napoli per farle riparare, visto che sull’isola nessuno lo sapeva fare. Così nel 2007 le gloriose 600 sono state vendute a 100 euro l’una. «Abbiamo provato a cederle in permuta - hanno fatto sapere dal comune - ma non le ha volute nessuno».
IL LUSSO IN UN CAMPO ROM
Così come nessuno ha mai potuto trascorrere una notte nell’ostello di Celle di Bulgheria, paesino nel parco nazionale del Cilento. Qui la vecchia casa dei ferrovieri doveva diventare una «struttura ricettiva da 51 posti letto». Era il 2005, in comune e in regione c’era entusiasmo per il progetto e i fondi - del por - erano pronti: 870mila euro. I lavori partono, si fermano poco dopo, non riprendono più. Oggi solo un piano della vecchia casa dei ferrovieri è stato ristrutturato, gli altri quattro aspettano ancora. Forse con i fondi 2007-2013, chissà.

Intanto quelli del vecchio piano di finanziamento sono belli che andati. Come non hanno del resto rivoluzionato l’economia campana le partecipanti al primo «corso per veline». Pagato nel 2003 un milione e 280mila euro. Con fondi Ue, ovviamente.

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