Silvio dà il voto al governo "La manovra? Male minore"

Berlusconi cede la parola ad Alfano: "Ho detto ieri quello che intendevo dire". E sulla Lega: "Fa il proprio gioco, vuole aumentare il suo bottino elettorale"

Silvio dà il voto al governo  "La manovra? Male minore"

Roma - L’onorevole Silvio Berlusconi arriva in aula a metà mattinata, mentre a Montecitorio si succedono le dichiarazioni di voto sulla fiducia alla manovra. In quel momento sta parlando il capogruppo Pd Dario Franceschini. Non fosse per gli applausi e per le strette di mano che gli vengono riservati, sembrerebbe l’arrivo di un deputato qualsiasi. L’onorevole Silvio Berlusconi, che fino a cinque settimane fa in un giorno come questo sarebbe arrivato a Montecitorio con nel sangue ansia e adrenalina in eguale dosaggio, si siede serafico vicino al segretario del suo partito, Angelino Alfano, al quale ha ceduto la copertina di giornata: «Ho detto ieri quello che intendevo dire, quindi lascerò ad Angelino l’intervento», taglia corto. Quindi al momento del voto l’onorevole Silvio Berlusconi risponde disciplinato alla chiama, alfabeticamente incastrato tra l’astenuta Bergamini Deborah, del suo stesso partito, e Bernardini Rita, Radicale del gruppo Pd. Diranno poi i referti che il suo è uno dei 495 sì che contribuisce alla «conversione in legge del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici». Qualcuno del Pdl si astiene, due (Alessandra Mussolini e Giorgio Stracquadanio) addirittura votano no. Ma per l’ex premier non c’è alcuna spaccatura, non è giorno buono per le polemiche: «Abbiamo ritenuto - spiegherà fuori da Montecitorio ai giornalisti - che per le particolari situazioni personali, le particolari provenienze da altri partiti, avessero ragione di astenersi o votare no, visto che non c’era nessun pericolo per la maggioranza».
È un Berlusconi che sta ricaricando le pile, quello che esce da Montecitorio dopo il voto, in ottima forma a parte un occhio rosso, frutto di «un massaggio troppo energico». Giusto un po’ amareggiato per la scelta di Stefania Craxi di uscire dal gruppo Pdl per confluire in quello misto. «Proprio non la capisco», avrebbe detto ai suoi Berlusconi. Un piccolo dolore più privato che politico che lo convince una volta di più della necessità di dedicarsi con più impegno al rilancio del partito che, garantisce ai suoi fedelissimi, starebbe riguadagnando lentamente consensi. Sarà questa consapevolezza a rendere Berlusconi così loquace con i cronisti, che gli chiedono di leggere la linea della vita dell’esecutivo: «Saranno i fatti a dire quanto potrà durare. Non posso fare delle previsioni come non credo che qualcuno possa farne di sensate». Berlusconi smorza anche la polemica del suo capogruppo Fabrizio Cicchitto, secondo cui Monti deve cambiare atteggiamento con i partiti: «Ma no, diamogli ancora tempo per adeguarsi. È abbastanza scioccante». E sulla manovra, appare pragmatico: «Cambierei diverse cose, questo è chiaro, ma l’abbiamo sostenuta lealmente perché tra i due mali scegliamo il male molto minore». E comunque la crisi «è una situazione che non è italiana, è una situazione generale. Se l’Europa non risolve il problema dell’euro e della sua debolezza, se non si dota la Bce dei poteri di una vera banca centrale, io credo che non ci siano possibilità per nessun Paese di innestare la marcia di crescita. Noi siamo particolarmente esposti perché abbiamo accumulato un debito che è eccessivo». Quanto al grande freddo con il principale alleato, la Lega di opposizione, altra dimostrazione di lucidità: «La Lega fa il suo gioco. E vuole in questa occasione aumentare il suo bottino elettorale».
La giornata dell’onorevole Silvio Berlusconi va avanti. In serata è di nuovo sui banchi di Montecitorio ad ascoltare Monti e poi a dare l’ultimo sì sulla manovra.

E quando il premier dice di non sentirsi disperato, riferendosi alle frasi sul suo conto dei suo predecessore, Berlusconi sorride ad Alfano. E chiarisce: «Sono sorpreso» anche perché «non ho mai avuto intenzione di offendere» Monti. Il Cav è contento, per una volta, forse, di essere soltanto un parlamentare come tanti. O quasi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica