Nemmeno l’opposizione a Bush unisce la sinistra capitolina, che sceglie strade diverse per manifestare il suo dissenso contro la politica del presidente degli Stati Uniti, in visita nella capitale da venerdì sera a domenica mattina.
Sabato a Roma sono in programma due differenti iniziative, segno palese dell’impossibilità da parte della sinistra e dei movimenti collaterali di organizzare un evento unitario: un corteo che partirà alle 15 da piazza Esedra e terminerà in piazza Navona e una manifestazione a piazza del Popolo, dove, dalle 15.30 e fino a tarda sera, ci saranno interventi politici e concerti. «Con l’altra America. Fermiamo tutte le guerre di Bush», è lo slogan che apparirà in quella piazza, in cui interverranno Rifondazione, i Comunisti italiani, la Sinistra Democratica, con associazioni, come «Un ponte per» e «Libera». Al corteo, che sarà aperto dallo striscione che «No Bush, no war, no alle politiche di guerra del governo Prodi», che manifesta un’evidente critica all’attuale presidente del consiglio, aderiranno, invece, una rete di partiti e movimenti che vanno da Action a Sinistra critica, Cobas, Global meeting network, oltre a gruppi pacifisti e centri sociali. Saranno presenti anche i consiglieri regionale e comunale dei Verdi, Giuseppe Mariani e Luigi De Cesare. Assente al corteo il Prc, fatta eccezione per la Sinistra critica.
Adriana Spera, capogruppo di Rifondazione in Comune, dichiara che «al corteo la presenza del Prc non è gradita». Cosa che viene confermata da alcuni organizzatori dell’iniziativa, i quali ribadiscono che la manifestazione «avrà una piattaforma completamente diversa da quella che si manifesterà a piazza del Popolo». Il comitato promotore del 9 giugno, che attende l’arrivo di circa 100mila persone, dichiara, inoltre, di avere la responsabilità che tutto si svolga in maniera tranquilla.
Il corteo, durante il quale ci saranno «azioni dimostrative pacifiche», da piazza Navona, prenderà via Cavour, poi i Fori Imperiali, piazza Venezia, via Botteghe Oscure e corso Vittorio, fino all’arrivo a piazza Navona, previsto per le 17. Manca ancora l’autorizzazione definitiva della prefettura per quel percorso, ma il comitato dice che «è già stato stabilito». «E non ci saranno deviazioni - aggiunge - nemmeno nel caso in cui mancasse l’ok da parte della prefettura».
Ancora incerto, invece, il prezzo del biglietto per chi decide di venire a Roma a manifestare. È in corso una trattativa fra i comitati promotori del corteo e Trenitalia. «Quest’ultima aveva offerto ai vari comitati uno sconto del 20 per cento sul biglietto - spiega Franco Grisolia del partito comunista dei lavoratori - mentre noi avevamo chiesto il 60 per cento». «E pensare - aggiunge Grisolia - che durante il governo precedente era stato fissato di tagliare del 50 per cento il costo del biglietto in occasioni come queste». In forse anche la visita di Bush a Trastevere, in programma sabato mattina. L’appuntamento con la comunità di Sant’Egidio è quello che preoccupa di più le autorità che hanno il compito di vigilare nella zona, soprattutto per le difficoltà logistiche rappresentate da Trastevere, un quartiere formato da stretti vicoli in cui abitano oltre 100mila persone.
La decisione definitiva dovrebbe essere presa non prima di domani. Ma Mario Marazziti, portavoce della Comunità, dichiara che «tutto procede come stabilito dal programma ufficiale diffuso il 2 giugno scorso da Washington».
Intanto, comitati e collettivi di studenti hanno già invitato gli abitanti di Trastevere ad esporre bandiere, striscioni e lenzuola contro la guerra e contro il presidente Usa.
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