La sinistra rifiuta il confronto sui nomadi

Roberta Gallo

La sinistra dice no ad un incontro con i cittadini della Valbisagno sulla questione nomadi. Alleanza Nazionale e Forza Italia si impuntano e riescono a strappare un misero ordine del giorno al quarto posto nel palinsesto della prossima seduta di consiglio circoscrizionale. Succede nella IV circoscrizione Valbisagno. Dopo un fitto colloquio tra il presidente diessino Giacomo Musso e il sindaco Giuseppe Pericu, i consiglieri della sede di Molassana non sono riusciti a sapere ancora precisamente dove verranno collocate le famiglie nomadi spostate dal campo di via dei Pescatori. Sommariamente hanno arguito che qualcuno verrà messo in via Burlando, qualcuno in piazzale Adriatico,altri in via San Pantaleo e via Carso, via dei Platani, piazzale Bligny.
Ma i cittadini non ci stanno. In piazzale Adriatico hanno già promesso fuochi e fiamme, a San Pantaleo sono i nomadi a non volerci andare perché, essendo musulmani, non vogliono vivere con la visione delle croci del cimitero sotto gli occhi. In via Burlando sono già scesi per strada. «Abbiamo capito che c'era qualcosa di strano - hanno detto - quando da un giorno all'altro abbiamo visto tecnici del Comune venire a visionare quattro appartamenti e ristrutturarli in breve tempo. Cosa che non era mai successa qui da almeno trent'anni». Così, tutti inferociti, hanno chiesto un faccia a faccia con il Comune e i suoi rappresentanti. «Ma il nostro presidente - racconta Mimmo Morabito, esponente di An nel figlio minore di Tursi di Molassana - e la capogruppo dei Comunisti Unitari, Giuseppina Giani, hanno in un primo momento nicchiato. Poi hanno esplicitato il loro no ad un incontro con gli abitanti».
«Hanno paura - tuonano Morabito e Uremassi - perché, anche se da un lato sono favorevoli ai nomadi, dall'altro si rendono conto che sono un problema, soprattutto se inseriti in un contesto già con gravi disagi. Ma non hanno il coraggio di mettersi contro i vertici del loro partito».
A questo proposito Gianni Plinio, capogruppo regionale di An, dice la sua in merito alle situazioni di conflittualità che si sono verificati a seguito dell’inserimento di nomadi in alcuni quartieri. «L’incidente di via Burlando - afferma - non è il risultato dei volantini distribuiti da An, come afferma un sedicente portavoce del campo di via dei Pescatori, bensì della decisione irresponsabile di Palazzo Tursi di voler inserire, a tutti i costi, i nomadi nei vari quartieri popolari. Se c’è qualcuno che deve prendersi le proprie responsabilità questi non è, pertanto, il sottoscritto che sviluppa una battaglia politica a difesa dei diritti degli sfrattati e dei cittadini genovesi, bensì la Giunta comunale che, con il suo sconsiderato blitz, rischia di scatenare un po’ dovunque vere e proprie guerre tra poveri. Analoghe contestazioni, del resto, hanno fatto gli stessi sindacati confederali bocciando il piano di sgombero del Comune di Genova. Quanto alle espressioni dal sapore calunnioso e minatorio che tale Stanio non è la prima volta che mi rivolge, mi riservo di farle valutare in sede giudiziaria. La petizione di An sta ottenendo un grande successo avendo già raggiunto quota 2000 firme con adesioni un po’ da tutti i quartieri genovesi da parte di cittadini della più disparata collocazione politica. Nei prossimi giorni An genovese promuoverà un momento di incontro publico con i cittadini genovesi lesi nei loro fondamentali diritti dalla scriteriata decisione comunale che privilegia gli zingari».
Intanto lo sgombero degli zingari da via dei Pescatori si è concluso ieri, nel primo pomeriggio.

Non è quindi un caso che proprio oggi, dalle 11 alle 13, in via Mignone, a Sampierdarena, si svolgerà un presidio di protesta contro la concessione ai nomadi di alcuni appartamenti della zona. Alla manifestazione parteciperanno Plinio, Giuseppe Murolo (consigliere comunale) e Gino Poletti (consigliere di circoscrizione).

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