Sircana, l’Ordine s’arrende: «Archiviate il caso Belpietro»

Il presidente dei giornalisti della Lombardia: «La privacy non violata»

da Roma

Contrordine colleghi (e meno male): non ci saranno provvedimenti disciplinari contro il quotidiano (il nostro!) che ha reso noto il complotto contro il portavoce del governo Prodi. Infatti il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo, ieri ha formalmente annunciato che chiederà al Consiglio dell’Ordine di archiviare l’azione disciplinare aperta contro il direttore di questo giornale, Maurizio Belpietro.
Ma era stato lo stesso Abruzzo, a dire il vero, a inoltrare un «avviso disciplinare» ai danni di Belpietro, subito dopo che il nostro quotidiano aveva pubblicato il nome del portavoce del governo Silvio Sircana, oggetto di un servizio fotografico che lo ritraeva dapprima all’uscita di un ristorante romano, e poi - poco più tardi - a bordo della sua Volkswagen, e a colloquio con un transessuale. Una scelta, pubblicare l’intercettazione in cui due fotografi (Massimo Scarfone e il suo «capo» Fabrizio Corona) parlavano di Sircana, che per questo quotidiano era dettata dal diritto di cronaca e dalla necessità di far luce sull’incredibile raggiro che aveva portato alla vendita di quel servizio (e alla sua successiva occultazione in una cassaforte del gruppo Rcs, per motivi ancora oggi non chiari). Ma a far cambiare idea ad Abruzzo, dopo la pubblicazione e dopo il primo provvedimento di richiamo, non è stato tanto il disvelamento dell’intricato mercanteggio avvenuto intorno alle foto, quanto lo stesso intervento del portavoce del governo Prodi (anche se Sircana si riferiva alle foto, e non all’intercettazione). «Nella seduta del 16 aprile - ha annunciato Abruzzo - chiederò al Consiglio dell’Ordine di archiviare la posizione di Belpietro, perché l’onorevole Sircana, quando il 20 marzo ha chiesto la pubblicazione delle foto che lo riguardano relativa alla notte del 14 settembre 2006, ha rinunciato alla privacy, autorizzando pubblicamente il trattamento di dati personali».
Abruzzo ha di fatto «assolto» (almeno dal punto di vista dell’Ordine professionale) anche il direttore di Oggi, Pino Belleri, l’uomo che ha acquistato le foto di Sircana e non le ha mai pubblicate. Per lui non ci sono addebiti formali. Abruzzo ha infatti spiegato di «condividere quanto ha affermato il consigliere segretario dell’Ordine nazionale Vittorio Roidi» (che non ravvedeva comportamenti scorretti da parte del direttore di Oggi). Motivo? «Dal punto di vista deontologico - spiega Abruzzo - non ci interessa. A meno che non si scoprisse che quelle immagini non sono state pubblicate per pressioni politiche. Ma al momento questo non è dimostrato». Se però era già noto che sul piano disciplinare Belleri non rischiava nulla, per il Giornale si tratta dell’ennesima vittoria, dopo una settimana di accuse concentriche che si sono sciolte come neve al sole. Avevano detto che la pubblicazione dell’intercettazione era inopportuna (e poi si è scoperto che era vitale per scoprire un gravissimo tentato raggiro). Avevano suggerito che la foto di Sircana non esistesse (e poi hanno scoperto che ce n’era più d’uno scatto!), avevano aggiunto che anche se fossero esistite era assurdo pubblicarle (ma poi, oltre al Giornale, le hanno ritenute tanto importanti da pubblicarle anche gli altri tre principali organi di informazione). Per non parlare del Garante: «Infine scende in campo - ha scritto Giampalo Pansa - il difensore peggiore di tutti.

È il garante per la privacy, Francesco Pizzetti. Lui emette un divieto di stampa fatto apposta per Vallettopoli, e che prevede il carcere. L’editto passerà alla storia come la normativa Sircana». Adesso editti, procedimenti e critiche sono stati tutti archiviati.

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