Sme, Berlusconi è innocente i giudici un po' meno: assolto dopo 12 anni

La Cassazione conferma l’assoluzione: il Cavaliere non ha mai corrotto i giudici contro De Benedetti. Il leader dell Cdl soddisfatto: "Mi è tornata la fiducia verso i giudici che non fanno politica". Dal teste Ariosto al caso Fininvest: così è crollato il teorema dei pm

Sme, Berlusconi è innocente i giudici un po' meno: assolto dopo 12 anni

da Milano

Fine. Silvio Berlusconi non ha mai corrotto i giudici romani per «sfilare» la Sme a Carlo De Benedetti. Così stabilisce la sesta sezione penale della Cassazione. Che, ieri, ha confermato la sentenza d’assoluzione pronunciata il 27 aprile dalla corte d’Appello di Milano. È l’ultimo atto di una vicenda giudiziaria durata dodici anni. Una «tormentata vicenda», l’hanno definita gli stessi giudici della suprema Corte. La pietra tombale su una stagione di veleni.
Meno di due ore di camera di consiglio per bocciare il ricorso del procuratore generale milanese Piero de Petris - che in secondo grado aveva definito Berlusconi come «il motore primo nel contrastare De Benedetti alla conquista della Sme» - presentato contro il proscioglimento del leader di Forza Italia. Un’opposizione definita «singolare» già nella relazione introduttiva degli ermellini. I giudici, in altre parole, non hanno condiviso «l’interpretazione restrittiva» del reato di corruzione del pubblico ufficiale avanzata dal pg milanese, nonostante la stessa Cassazione - con i principi fissati per il caso Imi-Sir - abbia stabilito che l’accusa viene meno se non si riesce a dimostrare che il giudice asservito agli interessi di un gruppo privato abbia compiuto un atto contrario ai doveri d’ufficio «nell’ambito della sfera di influenza delle sue funzioni». E per quel che riguarda Squillante - nonostante i 434mila dollari del bonifico «Orologio» a lui destinati fossero di provenienza Fininvest - l’accusa non ha saputo dimostrare un suo intervento per alterare il corso della vendita Sme. In pratica, la «generica disponibilità» del capo dei gip romani e il fatto che abbia percepito soldi da fondi neri riconducibili al gruppo di Berlusconi, non fanno di quest’ultimo un corruttore. E il solo «asservimento potenziale» del magistrato - concludono i giudici - non ha «rilevanza penale».
«Ora, chi accusò Silvio Berlusconi, sarebbe giusto che gli chiedesse scusa», sono le prime parole dell’avvocato Gaetano Pecorella, storico difensore dell’ex premier. «Sono stati 20 anni di sofferenza che hanno segnato la storia politica di questo Paese sulla base di accuse che non avevano fondamento». Per Nicolò Ghedini, anch’egli legale del Cavaliere, «la decisione della Cassazione chiude dopo oltre dieci anni un processo ingiusto. Non dimentichiamoci però che la sua immagine nazionale e internazionale è stata offuscata per tutto questo tempo».
E poi c’è lei. Stefania Ariosto, la teste «Omega», che dodici anni fa diede il via all’inchiesta. Poche parole. «Berlusconi è stato assolto in Cassazione? Sono contenta per lui. Onore all’Italia. Di fronte al degrado giudiziario in cui versa questo Paese, un’assoluzione piena non può che fare piacere». E, dodici anni dopo, è tutto diverso. «Oggi non rifarei nulla di ciò che ho fatto. Non ci sarebbe nessuna teste Omega dietro la quale si sono accodati tutti quelli che volevano diventare famosi. Non rifarei più nulla, perché questo Paese non merita nulla».
Dalle aule dei tribunali, a quelle della politica. Il definitivo proscioglimento di Berlusconi è - per molti parlamentari della Cdl - una liberazione «avvelenata». Chiara Moroni, vicepresidente dei parlamentari di Forza Italia, esprime «piena soddisfazione per la conferma della assoluzione». Ma «è ormai chiaro - aggiunge - che contro il leader della Casa delle Libertà si è voluto imbastire un processo politico». E se per Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Fi, «c’è stato un inaudito accanimento giudiziario da parte di una minoranza politicizzata della magistratura», per il vicecoordinatore degli azzurri Fabrizio Cicchitto «le accuse erano totalmente infondate». «Per tanti anni - è il commento - è stato praticato un uso politico della giustizia contro il leader della CdL, condizionando pesantemente la vita politica italiana». Infine, il presidente dei senatori di Fi, Renato Schifani.

«L’ennesima assoluzione del presidente Berlusconi conferma che, nonostante tutto, l’Italia è uno Stato di diritto in cui la verità sa trovare la sua strada maestra, anche se a volte tardiva perché il circo mediatico ha già fatto la sua parte nei confronti dell’indagato».

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