«Smemorando», tutta la classe di Gianrico Tedeschi

Giovanni Antonucci

Gianrico Tedeschi è un vecchio leone della scena italiana ma, a differenza di altri colleghi della sua generazione, non è stato mai tentato da ambizioni mattatoriali. È infatti il nostro interprete più misurato e più attento ai mezzi toni, tanto da sembrare un attore inglese. Smemorando: la ballata del tempo ritrovato, in scena al Teatro Manzoni di Roma e in tournée, lo conferma ancora una volta. Eppure c'era il rischio di fare uno spettacolo autocelebrativo. Smemorando è un bilancio di vita e di arte attraverso scene di testi teatrali, brani di prosa, poesie, che hanno contato molto nella sua esistenza non solo d'attore. Si alternano così nello spettacolo Dante e Manzoni, Giusti e Carducci, D'Annunzio e Guareschi, compagno di prigionia di Tedeschi in Germania. Il teatro è rappresentato da alcuni dei grandi personaggi che l'attore ha interpretato nel corso della sua carriera: dal Pantalone di Goldoni al Reduce di Ruzante, dal Timone di Shakespeare al protagonista del Canto del cigno di Cechov. Ma non mancano gli aneddoti e soprattutto le canzoni d'epoca, interpretate con finezza dalla figlia Sveva, attrice e cantante di sicuro avvenire.

È uno spettacolo elegante, colto ma assai coinvolgente, così diverso dai tanti assoli di comici circolanti sui nostri palcoscenici, anche per merito della garbata regia di Gianni Fenzi. Insieme a La vedova Socrate di Franca Valeri e a Il canto del cigno di Mario Scaccia, Smemorando è uno dei risultati più felici della nostra scena.

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