Il grande (piccolo) bluff delle domeniche a piedi che servirebbero per far calare lo smog, finisce gambe all’aria già il lunedì. Quando i dati scientifici delle centraline dell’Arpa inevitabilmente smentiscono chiacchiere e demagogia. E, del resto, è stato lo stesso sindaco Giuliano Pisapia a spiegare ancora una volta ieri che la giornata senza auto «è stata splendida», ma per l’inquinamento «ci vogliono parallelamente altri interventi». In sintonia con il giovane assessore a Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran. «Le domeniche a piedi? Contro l’inquinamento non servono a nulla - spiegava a milanesi e commercianti contrariati per il blocco -, ma le facciamo lo stesso per educare i cittadini». Annunciando già altri stop per marzo, aprile e maggio. Altrettanto «inutili», ma a sentir lui e Pisapia terribilmente educativi. Con uno che potrebbe coincidere, si faceva già ieri avanti l’assessora (così si fan chiamare nell’era Pisapia) Chiara Bisconti, con la Milano City Marathon del 15 aprile.
Quello che rimane oscuro è il salto logico del ragionamento. Se ormai tutti, compresi Maran e Pisapia, dati Arpa alla mano siamo convinti che le domeniche a piedi non servano a nulla se non a una generica educazione del cittadino, perché non fermare quell’inesorabile conto alla rovescia che dopo 7 o 14 giorni di limiti sforati dal Pm10, porterà al nuovo blocco parziale per i veicoli più inquinanti, o a quello totale? Questa volta non «educativo», ma sancito dall’ordinanza Pispia. «Non sentiamo il bisogno del ministero della cultura popolare di una volta - si è lamentato ieri il presidente della Provincia Guido Podestà - I cittadini non hanno bisogno di essere educati».
Ricapitolando: i blocchi non servono ad abbattere lo smog e quindi si fanno solo perché sono «splendidi» e didattici. Ma anche servono e allora si devono fare obbligatoriamente quando per un tot di giorni si sfora il limite. Costringendo tutti ad andare a piedi, anche se è inutile. Di contro c’è la dura legge dei numeri. Che anche ieri ha spiegato che la domenica ecologica non è servita a riportare gli agenti inquinanti nell’aria entro la soglia consentita. Anche ieri si sono registrati valori elevati di inquinamento che allungano la serie dei giorni fuori legge. Nel dettaglio 79 microgrammi per metro cubo la media di Pm10 nella centralina di Pascal Città Studi (la soglia fissata è di 50) e di 72 microgrammi per metro cubo quella in via Senato. Da ieri, dunque, sono scattati i primi divieti di circolazione che l’ordinanza firmata da Pisapia impone dopo sette giorni consecutivi di smog oltre i limiti. Non possono circolare i veicoli benzina Euro 0 e diesel Euro 1 e 2).
Vietati anche «fuochi d’artificio, giochi pirici e pirotecnici, fumogeni, petardi e ogni strumento per l’emissione di fumo o gas visibile».
Ma all’orizzonte, c’è anche il nuovo blocco. Quello che scatta obbligatoriamente dopo 14 giorni di sforamento della soglia. Inutile, ma sancito da apposita delibera controfirmata da Pisapia che trasforma tutta l’area ecopass in zona pedonale.
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