I veri paladini contro le fake news

È evidente che la strada più efficace per arginare la diffusione di bufale è, innanzitutto, l'incentivazione di una sana cultura del dubbio - ben diversa da quella del sospetto

I veri paladini contro le fake news
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La battaglia contro le fake news è, senza dubbio, una delle più grandi sfide della modernità. Ma per combattere questo nemico invisibile e pervasivo, è necessario innanzitutto conoscerlo. Dunque il primo passo è combattere le fake news sulle stesse fake news e capire chi sono i bersagli della disinformazione: prima di tutti i più giovani. Il 31% dei ragazzi mette like a notizie false, il 7% le condivide sui propri profili contribuendo involontariamente al grande gioco della disinformazione. Non solo, secondo una ricerca realizzata da Ipsos e «Parole ostili», le ragazze condividono il 61% in più di notizie non verificate e i giovani del Sud del nostro Paese hanno tassi di like e condivisione più elevati rispetto al Centro e al Nord. Questi i numeri

nella loro crudezza ai quali si aggiunge un nuovo attore che, se utilizzato male, potrebbe potenzialmente aggravare la situazione: l'intelligenza artificiale. Un settore che negli ultimi anni, specialmente tra i giovani, sta subendo una crescita esponenziale. Giusto per rendere una vaga idea di quello che sta accadendo: OpenAI, l'azienda proprietaria di ChatGpt, l'Ia più utilizzata al mondo, ha annunciato che il suo chatbot a fine febbraio ha superato la cifra di 400 milioni di utenti attivi ogni settimana. Appena due mesi fa, il numero era fermo a 300 milioni.

Dunque, come fare fronte a un'emergenza che non riguarda esclusivamente i giovani ma tutta la società? Una delle soluzioni indicate dagli esperti di comunicazione è l'introduzione all'interno dei programmi scolastici di corsi che forniscano gli strumenti per smontare le fake news, ma il tema apre anche un altro dibattito sulla

centralità dell'informazione di qualità.

È evidente che la strada più efficace per arginare la diffusione di bufale è, innanzitutto, l'incentivazione di una sana cultura del dubbio - ben diversa da quella del sospetto - che deve spingere a verificare e moltiplicare le fonti di approvvigionamento delle notizie.

Ma in questo scenario non si può eludere

un attore fondamentale: il giornalismo. Solo con un'informazione certificata da professionisti si possono sminare i rischi di un'alluvione di fake news e di una democrazia drogata dai bot e dalla dittatura degli algoritmi.

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