«Sono il figlio di Zenga ma il mio idolo è Buffon»

«Sono il figlio di Zenga ma il mio idolo è Buffon»

Dopo l’uomo ragno, ecco il baby ragnetto. Walter Zenga, mito del calcio, ha un erede in famiglia: il 18enne figlio Andrea, che ha conquistato la porta della Sambenedettese, guarda caso la stessa società che nel biennio 1980/82 ebbe papà in prestito dall’Inter e grazie alle sue prodezze conquistò la serie B, rimandandolo poi alla casa madre.
Le pesa chiamarsi Zenga proprio nella città che lanciò suo padre?
«No, anche perché io sono un illustre sconosciuto, però quando si esagera con gli accostamenti mi dà fastidio».
Ma da dove arriva questo Zenga junior, terzo di quattro figli avuti dai tre matrimoni di Walter?
«Io sono cresciuto a Osimo con mamma (Roberta Termali, ex conduttrice tv, ndr) e mio fratello Nicolò, di due anni più grande, che non gioca ma è tifosissimo. Ho giocato nelle giovanili dell’Osimana e poi nella Passatempese. Due anni fa ho fatto un provino con la Samb, è andato bene, mi hanno preso e ora eccomi qui a contendermi il posto tra i pali con il mio amico Di Vincenzo. Nel girone F siamo secondi dietro il Teramo».
Ma con cotanto padre, di consigli giusti ne avrà avuti a bizzeffe.
«Macché, lo sento molto poco e non ho un gran rapporto con lui. E di consigli o dritte non me ne ha mai dati, nessuna spinta, nessun aiuto, ho dovuto fare tutto da solo. Meglio così, perché se le cose dovessero andarmi bene potrò ringraziare solo me stesso».
Avrà pur tifato per suo padre?
«Ero troppo piccolo, ha smesso quando avevo sei anni, ma so che è stato un grande e un idolo per tanti giovani. Ovviamente tifo Inter, soprattutto per la passione di mio fratello Nicolò che mi ha coinvolto. E non sono mai stato a San Siro, ho sempre vissuto a Osimo, ma un giorno spero di andarci».
Magari nella porta dell’Inter?
«Quello è un sogno, preferisco restare con i piedi per terra e fare bene nella Samb. Però l’obiettivo è arrivare tra i professionisti in serie A».
Ma un portiere da imitare l’avrà pure?
«Certo, è Buffon, è lui il mio riferimento. La sua bravura e serietà sono un grande esempio da seguire. E io ho ancora tanto da imparare e meno male che ho trovato un allenatore come Paladini e un preparatore dei portieri come Deogratias che mi stanno svezzando e formando».
E l’altro suo fratello Jacopo, il più grande con 26 anni, riesce a sentirlo?
«Lui è una bella punta, gioca in D nell’Albese, ma i contatti sono rari».


Insomma Andrea, lei è solo contro tutti?
«Ho una vita davanti, piena di difficoltà e tante cose da apprendere. Ci metto impegno e serietà, faccio anche la quarta superiore a Sambenedetto e cerco di costruirmi un futuro. Però, se l’Inter mi chiamasse per un provino, ci andrei anche a piedi».

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