Sorpresa: per tre giorni Roma diventa la capitale del vino

Andrea Cuomo

Il grande vino espugna il centro di Roma. Accadrà nei prossimi giorni allo spazio Etoile di piazza San Lorenzo in Lucina, dove venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 si terrà «Sensofwine», manifestazione unica nel suo genere: si tratta infatti di una degustazione dei migliori vini italiani. Quelli che nella Guida dei vini italiani 2006 di Luca Maroni hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 84 centesimi e che per questo hanno meritato l’inserimento nell’Annuario dei Migliori vini italiani 2006. E proprio la presentazione dei due libri è lo spunto per la grande kermesse, che consentirà al grande pubblico, con i soli 15 euro del biglietto, di assaggiare il meglio di oltre trecento produttori di tutta Italia.
Ideatore e anima di «Sensofwine» è Luca Maroni, romano, uno dei massimi esperti del settore enogastronomico e ideatore di un metodo tecnico-scientifico per la valutazione di un vino, basato sul concetto di vino-frutto e su un’accurata analisi sensoriale-chimica. Con lui parliamo di «Sensofwine»
Maroni, qual è lo scopo di questa manifestazione?
«L’obiettivo è quello di celebrare il comparto in una sede adeguata. Ho massimo rispetto, intendiamoci, per le sedi fieristiche dove in genere si ritrovano gli addetti ai lavori, ma poi il vino è un fatto di convivio, un fatto socializzante. Per questo sono convinto che la capitale del vino debba essere Roma e con “Sensofwine” voglio colmare una lacuna. Roma è una piazza che aveva bisogno di essere visitata dai grandi vini italiani».
E la scelta dello spazio Etoile?
«La location è mirabolante: per la prima volta è stato concesso l’uso anche dello spazio museale, parte di Palazzo Ruspoli. E di questo devo ringraziare l’amministratore delegato dello Spazio Etoile, Carlo D’Amelio Memmo».
E per l’aspetto tecnico?
«La qualità dei vini italiani è tale e tale è la strategicità del nostro comparto che bisogna iniziare a fare sistema, a dare forza e rappresentatività all’eccellenza enologica italiana. Per questo ho voluto radunare 310 produttori, si badi bene provenienti da tutte le regioni italiane. Ma io voglio dare anche un segnale di spirito, perché il vino viene da taluni comunicato in modo anche snobistico. E invece il vino deve andare verso la gente. Mentre al ristorante gli italiani sono abituati a bere bene, sono invece pochissimi quelli che hanno scelto di qualificare la scelta dei vini domestici. Io miro a far divenire quello del bere vino un rito diverso, simile a quello che per gli inglesi è la cerimonia del tè».
Va bene, ma a che prezzo?
«Guardi, io sono l’unico a mettere nella mia guida l’indice di qualità-prezzo. Il discorso del vino quotidiano non deve essere solo teoria. Gli italiani devono sapere che a essere migliorati non sono i vini eccellenti, ma quelli base italiani. Fino all’altro ieri si sapeva che il vino che si comprava al supermercato era di serie C, ma oggi bisogna dare fiducia anche ai vini italiani da grande distribuzione, e non solo a quelli californiani e cileni».


Ma il mondo del vino, è o non è in crisi?
«No, in crisi sono poche etichette ipercostose. Il mercato premia i produttori più efficienti e virtuosi».
«Sensofwine», Spazio Etoile, Palazzo Ruspoli, da venerdì 4 a domenica 6 dalle 12 alle 21. Costo: 15 euro.

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