«Sos» per i disabili gravi a scuola

«Sos» per i disabili gravi a scuola

La mannaia del Comune di Genova si abbatte anche sui «poli gravi». E Regione e Ministero non tendono una mano per salvarli. L'Sos arriva dagli insegnanti. Ma, che cosa sono i «poli gravi»? Sono strutture per bambini portatori di gravissimi handicap, che non possono stare fisicamente nelle aule: Genova nella creazione dei «poli gravi» era stata un esempio pilota in Italia. Accolgono ragazzi per lo più costretti su sedie a rotelle o a stare, per la maggior parte della giornata, sdraiati su materassi antidecubito. Insomma, sono tutti quei disabili, psichici e fisici, che un tempo erano inseriti nelle cosiddette «classi speciali», oppure negli istituti. Insegnanti coraggiosi, però, hanno creduto che anche oltre il muro di un bambino autistico, oltre la difficoltà di espressione di uno spastico ci fosse comunque e sempre una persona da educare. «E così sono nati i poli - racconta Anton Maria Chiossone, insegnante del polo gravi della scuola elementare “Anna Frank” - una grande scommessa, una grossa sperimentazione, che va avanti dal 1986 con l'avallo del Comune, della Regione e del Ministero della Pubblica Istruzione». Ma, mentre all'inizio le istituzioni se ne facevano un vanto, portando a visitare i cinque poli presenti in città a delegazioni di insegnanti provenienti dalle altre nazioni, piano piano il disinteresse ha preso il sopravvento. «Secondo loro - spiega ancora Chiossone - questa sperimentazione poteva andare avanti da sola. Ben strutturata, con personale specializzato, sarebbe durata per sempre». Però il personale super motivato che li aveva fondati ha incominciato ad andare in pensione. E, come nelle classi dei normodotati, anche qui è iniziato il balletto degli insegnanti. «A differenza delle classi normali - spiega ancora Chiossone - qui il risultato di tutto il tuo lavoro lo vedi a distanza di anni, quando lo vedi. Quindi c'è bisogno che le persone che lavorano qui restino un po' di anni, e non lo usino come luogo dove non fare nulla. Perché - dice con rabbia - la filosofia di molti è anche questa, e il luogo, per forza di cose, ti agevola anche a farlo». E poi il Comune ha inserito gli Osa, personale infermieristico che deve affiancare gli insegnanti, nel continuo sostegno, anche medico, di questi bimbi. E come ha dato in appalto la mensa, così ha fatto con il servizio infermieristico di questi bambini, rivolgendosi alle cooperative. «Senza nulla togliere alle persone valide che sono venute - racconta Chiossone - va detto che in un anno siamo riusciti a cambiarne quattordici».


Oltre alla elementare Anna Frank, gli altri quattro poli sono a Teglia, alla Perasso, alla direzione San Francesco, a Voltri. E intanto il Comune nicchia. Anzi. All'Anna Frank, hanno eretto un muro divisorio tra il polo gravi e il passaggio che porta alle classi. Alla faccia dell’integrazione.

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