Spaccio, cantieri, movida Il comitato dei Navigli: «Ripensiamo il quartiere»

Musica troppo alta, bottiglie di vetro abbandonate ovunque e quel cantiere che ormai da troppi anni deturpa il quartiere. E così i residenti dei Navigli hanno deciso di riunirsi per denunciare quello che non va e, soprattutto, progettare il futuro che vorrebbero. Ieri sera, a partire dalle 20.30, si sono dati appuntamento all’oratorio di via Corsico.
«Partiamo dal progetto della Darsena per disegnare il futuro del nostro quartiere - spiega Gabriella Valassina, rappresentante del Comitato dei Navigli -. È tempo di ripercorrere l’intero iter che ha portato alla realizzazione di un cantiere al quale ci siamo sempre opposti perché è invasivo e non contribuisce alla riqualificazione dell’area». È la prima nota dolente: l’enorme parcheggio interrato mai terminato e ridotto ormai da anni a gigantesca palude. Si affiancano poi problemi mai risolti, come la mancanza di adeguati spazi per l’aggregazione giovanile e i disagi provocati ogni estate da movida e relativa isola pedonale. «Per quanto riguarda la Darsena - prosegue Valassina -, chiediamo che il progetto del parcheggio venga bloccato e che siano immediatamente studiate proposte alternative che possano soddisfare meglio la richiesta di parcheggi a rotazione. Pensiamo che un’area più adeguata sia la stazione di Porta Genova che, data la vicinanza della metropolitana, potrebbe diventare un parcheggio di interscambio».
Nessun problema neanche per i box: il comitato ha una soluzione. «Esiste già una struttura in corso Manusardi. Sono 150 posti a cento metri dalla Darsena. Visto che la richiesta è in flessione, ci chiediamo a cosa serva quel cantiere. Senza contare i box che si potrebbero realizzare in piazza Cantore». Se lo chiedono in molti lungo la Darsena. Per farsi sentire hanno organizzato una fiaccolata ed esposto numerosi striscioni. «Oltretutto - prosegue Valassina -, nulla è stato fatto per aumentare la disponibilità di posti auto in superficie, soprattutto adesso che la circolazione va in tilt a causa dell’isola pedonale». Eccola la seconda nota dolente: strade chiuse e dehor aperti per rendere più bella la movida. «Chiediamo che il trasporto pubblico sia incentivato - dicono a gran voce i rappresentanti dei comitati -, l’orario di servizio dei mezzi dovrebbe essere prolungato durante l’estate. Inoltre, vorremmo vedere più piste ciclabili. Solo in questo modo riusciremmo a convivere meglio con i locali».
Proprio per questo recentemente Palazzo Marino ha firmato una convenzione con gli esercenti. L’obiettivo: stilare regole certe contro la movida selvaggia. «Peccato che non siano applicate - conclude Valassina -. Il primo luglio abbiamo fatto un monitoraggio con alcuni consiglieri di zona e abbiamo scoperto che molte di quelle norme sono disattese.

La musica si sente anche al di fuori dei locali, le bottiglie di vetro sono regolarmente vendute e poi abbandonate lungo la strada. I cestini per la spazzatura sono insufficienti e gli ambulanti continuano ad accendere i generatori di corrente».

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