Spagna, Garzòn rischia di essere cacciato

La carriera di Baltasar Garzón, finito sotto inchiesta, è appesa a un filo: è accusato d’aver "prevaricato le sue funzioni" indagando su reati già prescritti

Spagna, Garzòn rischia di essere cacciato

Madrid - La carriera del supergiudice dell'Audiencia Nacional spagnola Baltasar Garzón potrebbe essere appesa a un filo. Un filo esile, come le simpatie che il magistrato ha suscitato durante la sua carriera. Questa settimana infatti il Tribunale supremo - la massima Corte penale spagnola - deve decidere se aprire contro di lui un processo per «prevaricazione» che lo sospenderebbe immediatamente dalle sue funzioni e che rischia - indipendentemente dall'esito del giudizio - di allontanarlo per sempre dall'Audiencia.

Ma cosa ha portato il magistrato che divenne noto per aver ordinato l'arresto dell'ex dittatore Augusto Pinochet a cadere così in disgrazia? La carriera di Garzón ha sempre suscitato tanta ammirazione come critiche, sia in politica che tra i colleghi. Negli anni Ottanta fu lodato dalla destra per aver perseguito il terrorismo di Stato dei cosiddetti Gal (Gruppi Antiterroristi di Liberazione) creati per combattere l'Eta e diretti dal ministero degli Interni all'epoca di Felipe González. Negli anni successivi è diventato famoso per le maggiori operazioni contro il traffico di droga (Nécora) e per la lotta contro il terrorismo. Più tardi sono invece stati i socialisti a complimentarsi per il suo lavoro, come il più recente caso Gürtel, che ha portato alla luce una trama di corruzione nella quale sarebbe invischiato il Partido popular.

Fra tutte le cause che ha aperto, ce n'è però stata una che ha scontentato tutti: quella sulle vittime del franchismo. Lo scorso 18 ottobre infatti Garzón decise di indagare sulla sparizione di almeno 114mila repubblicani durante la Guerra civile e il franchismo, chiedendo l'apertura di decine di fosse comuni in tutta la Spagna. La decisione non piacque alla destra, da sempre contraria a riaprire le ferite del passato, ma non convinse neanche i socialisti. La causa era una chiara ingerenza nel lavoro del governo che, nell'ottobre 2007, aveva approvato la Legge sulla memoria storica per affrontare il problema del risarcimento morale delle vittime.

Proprio questa causa potrebbe adesso stroncare la carriera del supergiudice. Lo scorso gennaio, infatti, il Tribunale supremo ha accolto le denuncie del sedicente sindacato ultraconservatore Manos Limpias (Mani Pulite) e l'associazione di estrema destra Libertd e Identitad che chiedevano di indagare Garzón per «prevaricazione nell'esercizio dell proprie funzioni». Secondo l'accusa, il magistrato avrebbe violato l'amnistia del 1977 (siglata dopo la morte di Franco come un patto per favorire la transizione), avrebbe chiesto di indagare su reati già caduti in prescrizione e avrebbe dichiarato alcuni reati «crimini contro l'umanità» nonostante questa figura penale all'epoca dei fatti non esistesse.

La decisione della Corte suprema di accettare di indagare Garzón è stata accolta come un chiaro segnale che il più alto tribunale spagnolo è ormai inviso al magistrato, accusato di usare spesso metodi sbrigativi.

Contro Garzón si starebbe stringendo una pinza bipartisan formata dal giudice conservatore Adolfo Prego - che ha ammesso la denuncia - e dal giudice istruttore di sinistra Luciano Varela, che dovrà decidere questa settimana se processare Garzón. Il superjuez ha già perso la possibilità di presiedere l'Audiencia, ma, se lo processeranno, le porte dell'Audiencia gli si potrebbero chiudere per sempre.

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