Spagna troppo forte, sfuma il sogno Davis

Lea Pericoli

da Torre del Greco

Ha vinto la Spagna, come era previsto e come era logico. Eppure gli azzurri, nello spareggio disputato a Torre del Greco, hanno fatto tremare i campioni uscenti di Davis, portandoli alla terza giornata. Lo squadrone che lo scorso anno nella Plaza de Toros di Siviglia davanti a 23.000 spettatori aveva battuto gli Stati Uniti, contro di noi era indietro di un punto dopo la seconda giornata.
Il 2-1 per l’Italia aveva messo in crisi Pedro Muñoz, presidente della Federazione spagnola. In vista di una sconfitta l’opposizione a Madrid stava chiedendo la sua testa e quella del capitano Jordi Arrese. Nel primo turno la Spagna si era arresa alla Slovacchia. A Torre del Greco «Nadal and Company», giocando per la sopravvivenza in serie A, erano scivolati indietro di un punto. Dal canto suo l’Italia (uscita dal terzo girone dell’Inferno soltanto nel 2004, per reinserirsi in serie B) nel 2005 aveva vinto prima con il Lussemburgo, poi contro il Marocco, per tentare l’impossibile scalata al World Group. Due giorni di storiche imprese ci avevano portati a una domenica trionfale. Il pessimismo della vigilia era stato smentito. Secondo molti il miracolo appariva a portata di mano.
Vogliamo dire la verità? Se venerdì ci avessero proposto di perdere al quinto singolare, avremmo tutti firmato e forse anche pagato. Ieri mattina Seppi è stato il primo a scendere in campo contro Nadal. Nel primo set l’azzurro è apparso disorientato. Contro quella montagna di talento tennistico, di forza fisica, di volontà, c’era poco da fare. La partita scappava via mentre, per mantenere un ritmo indiavolato, il tennis di Andreas andava fuori giri. Dopo un’ora e 25 minuti Nadal era in testa per 6-1, 6-2. Finalmente nel terzo arrivava la reazione. L’azzurro ha fatto un contro break. Ha recuperato fino al 4-4. Ha portato a casa il set per 7-5 strappando, per la seconda volta, la battuta a Nadal. All’inizio del quarto «El Fenomeno» ha avuto un calo. Incredibilmente era stanco. Seppi ha tenuto fino al 2-1. Poi è arrivato il passaggio a vuoto. Un parziale di 4 punti a 12 che ha mandato Nadal avanti 4-2. Non c’è stato altro da fare.
«Forse dovevo crederci fin dall’inizio», ha detto Seppi. «C’è stato un momento in cui ho avuto la sensazione di potercela fare». La verità è che non si può concedere il vantaggio di due set a un giocatore forte come Nadal. Per quanto riguarda il punto decisivo, c’è poco da raccontare. Daniele Bracciali ha commesso errori incredibili. Praticamente non ha giocato. Ferrero ha vinto per 6-3, 6-0, 6-3: «Fisicamente e mentalmente ero stanco», ha ammesso Bracciali, chiamato a disputare due singolari e un doppio in tre giornate.
Se Potito Starace non avesse avuto l’influenza? Se Volandri avesse accettato di giocare? Purtroppo le vittorie non si costruiscono sui se. L’importante ora è guardare avanti. Il tennis italiano non ha niente da recriminare.

Anzi, direi che si è riacceso l’entusiasmo. Mai vista tanta gente in uno stadio. I giornali hanno dedicato grande spazio. La tv si è ricordata che esiste il nostro sport, oltre al calcio. Giovedì sapremo il nome degli avversari del prossimo anno.

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