Spari al sindaco, auto date alle fiamme Ecco un giorno di ordinaria vendetta

La vendetta è un piatto che, in teoria, dovrebbe essere consumato freddo. Un pensionato di Sannazzaro de’ Burgondi (Pavia) e una quarantenne di Feltre (Belluno) quel piatto l’hanno invece gustato caldo, bollente, almeno per quanto riguarda le modalità di esecuzione: il primo ha usato una Beretta calibro 7,65 e ha sparato in faccia al sindaco del paese, davanti al municipio; la seconda ha invece terrorizzato il quartiere in cui vive appiccando una quindicina di incendi in neanche un mese. Per entrambi il sapore forte della vendetta è stato subito sostituito dal clima pesante che si respira nella cella di un carcere.
Giuseppe Mugliarisi, 59 anni, originario di Gela, era ossessionato da vecchie questioni di vicinato. Era andato più volte nel municipio di Sannazzaro de’ Burgondi per ottenere un pronunciamento definitivo sulla definizione di alcuni confini di proprietà che lui riteneva gli spettassero. Roba burocratica che rischia di farti andare in pappa il cervello se le cose si ingarbugliano. E nella testa del pensionato le cose si erano aggrovigliate al punto da procurarsi una pistola, come il più incallito dei delinquenti. Lui, che per tutta la vita aveva fatto il muratore senza mai dare segni di squilibrio. E ieri mattina quella pistola, una Beretta 7,65 detenuta illegalmente visto che non aveva alcun porto d’armi, ha deciso di usarla.
È andato in piazza, di fronte al municipio, dove sapeva sarebbe arrivato anche il sindaco, Michele Debattista, ritenuto il principale ostacolo alla soluzione dei problemi di confini. Come previsto, il primo cittadino è arrivato. Non era la prima volta che il pensionato si lamentava con l’operato dell’amministrazione pavese. A suo modo di vedere, le sue questioni non erano state risolte per la scarsa attenzione dell’autorità pubblica. Stavolta Mugliarisi non ha detto una parola: si è avvicinato al sindaco e gli ha sparato un colpo in pieno volto. In piazza c’erano alcune persone, che per un momento hanno temuto il peggio. Con la pistola ancora in pugno, il pensionato le ha pure minacciate. Poi sono arrivati i carabinieri che lo hanno immediatamente bloccato e arrestato con l’accusa di tentato omicidio e detenzione illegale di arma. Il sindaco Debattista è stato ricoverato in rianimazione al San Matteo di Pavia. È in prognosi riservata ma le sue condizioni sono stabili e non rischia la vita.
Non aveva una pistola, ma soltanto un accendino, G.I., 43 anni, una donna di Feltre (Belluno) che ieri è stata arrestata dai carabinieri con l’accusa di essere la responsabile di almeno 15 incendi scoppiati nell’ultimo mese nel quartiere delle Traversere. Piccoli roghi, poco distanti nel tempo e nello spazio l’uno dall’altro, quanto basta per consentire ai carabinieri di raccogliere prove sufficienti per incastrarla.
Già, ma perché questa signora, ispirandosi a Nerone, si è presa la briga di terrorizzare Feltre per tutto maggio? Anche qui il movente è lo stesso che ha armato la mano dell’ex muratore di Gela: la vendetta. Qualcuno ha legato le assurde azioni della piromane di Feltre, una donna con alle spalle una situazione personale e sociale difficile, alla sorte toccata al figlio, cosparso d’acido da un anziano per motivi mai ben chiariti. Il ragazzo è rimasto segnato e la madre avrebbe concepito i suoi raid per vendicarlo. I carabinieri, però, non confermano questa versione e parlano, più genericamente, di rancori personali legati a problemi di vicinato e amicizie finite male.


Quel che è certo è che al 15° incendio appiccato, la signora è stata pizzicata dagli inquirenti che hanno indotto il gip di Belluno a emettere un provvedimento di custodia cautelare. Ora la donna si trova nel carcere bellunese di Baldenich.

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