Barbareschi zittisce la Argento: "Ma se mi ringraziavi piangendo..."

L'attacco di Asia: "Chissà quante potrebbero raccontare storie su Barbareschi". E lui: "Con me non ci è andata, non mi interessava"

Barbareschi zittisce la Argento: "Ma se mi ringraziavi piangendo..."

Luca Barbareschi aveva definito il #metoo, la campagna di denunce (post datate) di abusi sessuali, "roba da mentecatti". Una definizione che aveva mandato su tutte le furie Asia Argento. "Chissà quante donne potrebbero raccontare storie su Barbareschi - aveva così scritto l'attrice su Facebook - in Italia si continua a stare dalla parte dei predatori, mentre le vittime sono confinate al dimenticatoio. Annichilite". Il post al vetriolo ha ovviamente scatenato il secondo round dell'incontro. Con Barbareschi che, con una lettera inviata e pubblicata da Dagospia, ha svelato il retroscena su Asia.

"La differenza tra me e Harvey Weinstein?". È lo stesso Barbareschi a spiegarlo alla Argento nella lettera pubblicata da Dagospia. "Con luici è andata a letto e non ha ottenuto nulla - scrive - con me non ci è mai andata, anche perché non mi interessava, e le ho offerto il ruolo della sua vita nel più bel teatro italiano (Eliseo, ndr)". Quindi ricorda come la Argento "piangeva ringraziando" Barbareschi e il regista Filippo Dini "con cui ho dovuto faticare non poco per farla prendere". "Se avesse avuto davvero rispetto per i suoi colleghi - si legge ancora - sarebbe in tournèe, ancora oggi ed invece di blaterare cazzate potrebbe raccontare la storia di una grande donna: Rosalind Franklin". Quindi la dura stoccata: "Fortunatamente il suo ruolo ora lo fa Lucia Mascino con grandissimo successo e portando alta la bandiera delle donne vere umiliate. Operaie, scienziate, normali impiegate, scrittrici, medici etc che hanno faticato in un mondo maschile che le allontanava".

Nella lettera a Dagospia Barbareschi, che adesso porterà la Argento in tribunale, conferma il proprio giudizio sul movimento #metoo e lo accusa apertamente di aver fatto "danni terribili alla vera lotta per le donne".

"Molte di queste attrici trasudano malafede e hanno usato ogni mezzo al di sopra del basso talento per ottenere visibilità - conclude - ma tant’è, il pensiero politicamente corretto è il cancro al cervello del pensiero occidentale. Con questa logica dovremmo distruggere 2000 anni di storia dell’arte! Ma non fanno cosi in fondo i talebani in Afghanistan?".

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