Lorenza Sebastiani
Non mancano di certo i colpi di scena, nella fiction di Canale 5 Il bello delle donne. Alcuni anni dopo, questa sera alla terza puntata. Nel cast c'è anche Adua Del Vesco, nei panni della manicure Evelina Trifirò. Alle soglie del suo matrimonio con Piero (Massimiliano Morra), ha scoperto di avere un tumore allo stadio terminale. La giovane, allora, decide di lasciarlo, facendogli credere di non amarlo più. Il ragazzo, però, scoperta la verità, raggiunge Evelina, per rimanerle accanto fino alla fine.
Come ha vissuto questo ruolo?
«Ci ho pensato un po' prima di accettare, vista la mia giovane età era un tema piuttosto complesso da affrontare».
Questa tematica sembra toccarla molto, a livello personale.
«Ho da poco perso uno zio, fratello di mia madre, di 43 anni per un cancro che ha scoperto troppo tardi. E ho capito il valore della prevenzione. Spero che il mio ruolo in questa fiction, in qualche modo, possa far riflettere qualcuno. C'è chi non si sottopone ai controlli medici per il timore di fare brutte scoperte, eppure molte malattie, se prese in tempo, possono essere sconfitte».
Cos'ha provato, sul set?
«Guardavo Il bello delle donne con mia madre, nei primi anni Duemila, era un momento speciale tra me e lei. E quando me l'hanno proposto, ero emozionata. Lo ero anche per il cast di dive, da Anna Galiena, Alessandra Martines, Manuela Arcuri a Giuliana De Sio, con cui ho fatto la mia prima fiction, L'onore e il rispetto. E per Claudia Cardinale».
Sta facendo una carriera veloce, a soli 22 anni. Che ne pensa?
«All'inizio non è stato facile: i miei genitori avevano difficoltà a supportarmi economicamente».
Cosa vede davanti a sé?
«Il mio sogno è un filmcon Tornatore».
E la tv le interessa?
«A Sanremo non direi mai di no».
La infastidisce che sulla sua popolarità abbia influito la storia con Garko?
«Certo, preferirei essere considerata solo come Adua Del Vesco che fa l'attrice».
Garko, da vicino, che tipo di uomo è?
«Splendido. Ma smentisco gravidanze o matrimoni all'orizzonte. Ci concentriamo sul lavoro senza pensare troppo al domani».
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