Giovanni Cocco
Sono 360 pagine di intelligenza e autoironia, sapientemente miscelate in una cornice romanzesca accattivante (l'apparente suicidio di una donna e, successivamente, una scia di morti sospette nella elegante Biarritz degli anni '20), per un libro splendido, adatto ai lettori forti, che conferma la grandezza delle ardite costruzioni letterarie. Cabaret Biarritz (Neri Pozza, pagg. 368, euro 18, traduzione di Silvia Sichel), opera prima dello spagnolo José C. Vales, non è solo un romanzo gradevole, ma anche un vero e riuscito esperimento in cui, accanto alla vicenda principale, emergono una miriade di spunti, sorprese, colpi a effetto.
Il plot: nel 1938 l'editore parigino Philippe Fourac incarica il giovane e spiantato scrittore Georges Miet di scrivere un romanzo sui drammatici fatti avvenuti a Biarritz nell'estate del 1925. Miet, che non vedrà mai pubblicato il libro, si reca prima e Bordeaux e poi nella nota località balneare dell'Aquitania per raccogliere materiali e testimonianze sui terribili fatti accaduti tredici anni prima. La narrazione, affidata ai diversi testimoni (come in La grande sera di Pontiggia, infatti, la figura del protagonista non si palesa mai), alterna registri alti e bassi, toni, punti di vista, in un mix irresistibile che non disdegna incursioni nei generi più disparati, citazioni colte, contaminazioni.
Perché Cabaret Biarritz è, insieme, commedia brillante e indagine poliziesca, romanzo storico e affresco di costume, indagine sociale e satira antiborghese.
Costruito attraverso le interviste realizzate da Miet negli anni '40 del secolo scorso ai più singolari personaggi di Biarritz (dal direttore del giornale locale alla governante, dalla collaboratrice domestica al fotografo, attraverso una galleria di maschere che include ballerine, becchini, segretari, ma anche cuoche, suore, medici e gendarmi) per un totale di 33 episodi, il romanzo è completato da un'introduzione e un'appendice (affidate, nella finzione letteraria, allo studioso Eliazer Marcos Inxausti) che costituiscono, insieme alla bibliografia e alle note a piè di pagina, un corpus decisivo nell'economia interna del romanzo e, per i suoi aspetti metaletterari, l'aspetto più interessante dell'opera.Il romanzo procede per scarti e digressioni, e a ogni intervista il puzzle si complica, il mistero s'infittisce, giungendo al gran finale, in cui non mancano i colpi di scena.
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