Un venticinquenne con fobia sociale che di giorno lavora in un'azienda di cyber protezione, e di notte diventa un hacker con velleità da supereroe moderno. Un detective impegnato a risolvere un caso di sparizione e omicidio di un bambino rimasto sepolto per oltre 20 anni e al tempo stesso a processo per aver ucciso un sospetto serial killer. Una donna, senza memoria e ricoperta di tatuaggi, che fuoriesce da un borsone abbandonato nel mezzo di Times Square. Sono i protagonisti di Mr. Robot, Bosch e Blindspot, le tre serie thriller/drama più discusse dello scorso autunno da febbraio in onda sui canali Mediaset. E i responsabili dei sonni disturbati che avremo nei prossimi mesi. Se per Mr. Robot, fresca di due Golden Globes e tre Critics Choice Awards e dal 3 marzo in esclusiva su Premium Stories, si è gridato al capolavoro, anche le altre serie riescono nell'impresa non facile di tenere viva la curiosità di spettatori con una soglia di attenzione sempre più risicata. Merito sopratutto del lavoro di costruzione dei personaggi.Elliot di Mr. Robot (Rami Malek, Una Notte al Museo, Oldboy), Henry Bosch del crime omonimo (Titus Welliver di Lost e del film premio Oscar Argo) e Jane di Blindspot (Jaimie Alexander, la Lady Sif di Thor) bucano lo schermo, a maggior ragione quando si muovono in un mondo paurosamente realistico, come nel serial incentrato sull'hacker o nella serie prodotta dagli Amazon Studios e tratta dai romanzi del re del noir Michael Connelly, che figura anche come produttore esecutivo. Mondo interiore e realtà si mixano continuamente, e c'è da discutere sul quale sia il meno intricato.Bosch, dal 24 febbraio su Premium Crime, sembra infatti privilegiare la costruzione del personaggio, solida e posata ai limiti della lentezza, allo svolgimento dell'indagine sul tredicenne rapito e ucciso. Il caso, di quelli intricati e oscuri alla maniera del primo True Detective, è importante nella misura in cui permette al carismatico detective della polizia di Los Angeles di distogliere l'attenzione dal processo che sta affrontando per l'uccisione in circostanze non cristalline di un sospettato e dai guai che ha con il suo dipartimento.I dieci episodi di Mr. Robot sono una graduale discesa nella psiche tormentata del protagonista, l'intelligentissimo quanto chiuso in se stesso Elliot Anderson. Al noioso lavoro d'ufficio intervalla un improbabile ruolo di giustiziere dedito a sventare crimini virtuali. Fin quando non gli viene chiesto da un gruppo di hacker di partecipare all'attacco informatico diretto contro la multinazionale Evilcorp, che detiene la proprietà dell'80% di prodotti e servizi usati dalle persone comuni. Eppure, mai si ha la certezza che quello che Elliot vive stia succedendo realmente o solo nella sua testa. È lui stesso il primo a metterlo in dubbio e a dirlo in faccia allo spettatore. Frank Underwood di House of Cards ha fatto scuola. Anche Blindspot, da fine marzo su Italia Uno, si regge quel puzzle vivente che è la protagonista Jane. Ognuno dei 200 tatuaggi che le sono stati impressi sul corpo, realizzati in oltre sette ore di make up ogni giornata di riprese, rimanda infatti a un caso sul quale l'FBI si troverà ad indagare. Un gioco di scatole cinesi, una caccia al tesoro con al centro una mappa in carne e ossa la cui memoria è stata cancellata chimicamente e la cui esistenza stessa è un rompicapo. Jaimie Alexander si muove in equilibrio fra la vulnerabilità data dal non sapere più chi è e la riscoperta di sé. L'intuizione non è una novità, basta ripensare alla trilogia dell'agente Jason Bourne, ma di sicura presa. Firmata dal Greg Berlanti di Arrow, The Flash e Supergirl, al debutto in Usa ha vinto il Critics Choice Award come miglior nuova serie della stagione.Tre prodotti che, data la solidità dei personaggi, sarebbe un peccato perdere. Si potrebbe aggiungere un altro motivo per Mr. Robot. Quella ideata da Sam Esmail è la prima serie a raccontare senza sbavature un mondo, quello dell'informatica e dell'hacking. Trascurato negli anni forse perché ritenuto troppo di nicchia, sta guadagnando sempre maggior spazio nelle nostre vite.
Un universo nel quale siamo immersi pur conoscendone a stento i contorni e che Esmail non scimmiotta o ingigantisce. Non servirebbe: gli attacchi hacker, la violazione della privacy, i ricatti informatici, è tutto già qui. Quando basta descrivere la realtà per generare paura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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