Via col vento, un classico censurato dal politicamente corretto

Via col vento è una pietra miliare della settima arte: ma questo non gli ha risparmiato attacchi e tentativi di "rimozione"

Via col vento, un classico censurato dal politicamente corretto

Via col vento - che andrà in onda questa sera alle 20.59 su Iris - è una di quelle pietre miliari della settima arte che non hanno bisogno di presentazioni e che fanno parte ormai dell'immaginario collettivo. Esempio massimo di melodramma cinematografico e tratto da un romanzo diventato a sua volta simbolo della letteratura americana dei suoi tempi, Via col vento è un film imprescindibile per chiunque si dica appassionato di storia del cinema.

Via col vento, la trama

Miss Rossella O'Hara (Vivien Leigh) è una ragazza allegra e bellissima, abbastanza piena di sé e altrettanto viziata da riuscire a ottenere più o meno tutto quello che desidera. Molte vogliono essere come lei e i ragazzi cadono quasi tutti ai suoi piedi. Tuttavia Rossella ama un solo uomo, Ashley (Leslie Howard) che però sta per sposarsi con Melania (Olivia de Havilland), che è tutto l'opposto di Rossella. Buona, gentile e caritatevole, Melania prende subito in simpatia Rossella, apparentemente ignorando il sentimento che la ragazza prova per Ashley. Tuttavia, qualsiasi tentativo di vivere una vita normale e impegnata solo a conquistare uomini, viene spazzata via quando la Guerra di Secessione irrompe nello scenario, spezzando vite e distruggendo l'unica cosa che Rossella ha davvero a cuore: casa sua, Tara. Aiutata dalla sempre leale Mami (Hattie McDaniel) e corteggiata da Rhett Butler (Clark Gable), Rossella dovrà ricostruire la sua casa, la sua vita e capire quali sono le cose che contano davvero.

La "censura" contro Via col vento

La storia tormentata tra Rossella O'Hara e Rhett Butler, così come la determinazione di una donna a non lasciarsi sconfiggere dagli eventi anche a costo di diventare la cattiva, sono alcuni degli elementi che hanno aiutato Via col vento a diventare una pellicola imprescindibile. Tuttavia, nel 2020, un editoriale apparso sul Los Angeles Times e firmato da John Ridley, lo sceneggiatore di 12 anni schiavo, ha attaccato la piattaforma streming della HBO e la Warner Bros. per aver messo nel proprio palinsesto un film che egli definisce razzista.

Nell'editoriale si legge:"Mentre sono sicuro che il servizio di streaming continuerà a migliorare nel tempo, ho una richiesta a breve termini: considerate di rimuovere Via col vento dalla vostra proposta di film." Poi continua: "Via col vento è un film che glorifica il Sud antebellico. È un film che, quando non ignora gli orrori della schiavitù, si ferma a perpetrare alcuni dei più dolorosi stereotipi per le persone di colore".

Secondo lo sceneggiatore, infatti, Via col vento aveva il "difetto" di romanticizzare gli Stati Confederati, vedendo il Sud antecedente alla Guerra di Secessione come un mondo incantato in cui gli schiavi vivevano vite pressoché normali. Gli schiavisti, in Via col vento, verrebbero rappresentati come gentiluomini perfetti, mentre i Nordisti, che portarono alla liberazione, sono dipinti come aggressivi, violenti e cattivi. La richiesta dello sceneggiatore, accettata poi da HBO Max, era quindi quella di rimuovere Via col vento dai propri programmi e aggiungerlo in un secondo momento, con l'aggiunta di un cartello che spiegasse come stavano le cose.

Via col vento è un film del 1939 ambientato nella seconda metà dell'Ottocento. Soprattutto, è un'opera di finzione. La richiesta di John Ridley, poi accettata dai dirigenti Warner Media che possiedono HBO Max, non è altro che un'aperta sfiducia verso il mondo degli spettatori. Rimuovendo Via col vento per poi farlo tornare con un "cartello delle avvertenze", si è dato per scontato che gli spettatori non fossero in grado di comprendere da soli che un film del 1939 non può in alcun modo rispecchiare il modo di pensare del ventunesimo secolo, né che gli intrighi di fantasia di una pellicola ambientata nel diciannovesimo secolo non fossero, di fatto, lo specchio di ciò che pensava il regista. Si è dato per scontato che gli spettatori di oggi non fossero in grado di distinguere verità e finzione, di comprendere che un film può essere può rappresentare un modo di vedere che non deve necessariamente essere assorbito da chi guarda.

Il film è poi tornato su HBO con un cartello che spiega che il film "nega gli orrori dello schiavismo" e, come spiega l'Huffington Post, viene preceduto da due video che spiegano il contesto storico del film. Sebbene non si tratti quindi di vera e propria censura, il "caso" Via col vento dimostra come al giorno d'oggi non esista più possibilità di confronto e complessità, come tutto venga appiattito più per non avere problemi che per aprire una discussione. Quello fatto da HBO sembra più che altro un tentativo di lavarsene le mani per non dover essere attaccata di razzismo. Perché se pure è vero che Via col vento, oggi, appare come un film problematico è altrettanto corretto che al giorno d'oggi potrebbe essere utilizzato anche come un prezioso strumento per analizzare proprio quei meccanismi con cui il Sud raccontava se stesso per celare gli orrori che venivano perpetrati sotto la sua bandiera.

Come sempre, la realtà ha due facce, ma è sempre più facile sceglierne una sola, quella del pensiero dominante, senza soffermarsi a farsi delle domande, a mettere davvero in discussione qualcosa.

Infine bisognerebbe ricordare che a volte il cinema non vuole veicolare verità né essere una chiamata alle armi: a volte il cinema dovrebbe servire solo a intrattenere, a raccontare una storia. E non c'è storia più immortale di quella di Via col vento.

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